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Gimo, il gatto con gli occhi enormi, è il rubacuori del web (video)

03/03/2016

Tutti pazzi per Gimo. Questo micio star del web potrebbe essere un bel gatto nero a pelo lungo come tanti se solo non avesse degli occhi enormi, così speciali da stregare chiunque a prima vista.
Due occhioni così non si sono mai visti e gli regalano un aspetto tanto più dolce e coccolone di qualsiasi altro gatto. Il suo sguardo è incantatore, chiunque lo guardi si sente pronto a soddisfare ogni suo desiderio da un bocconcino prelibato a una cesta di sete e velluti. Quegli occhioni dolci e sempre languidi sono irresistibili e chiunque vorrebbe coccolarlo. (video)
Il proprietario di Gimo ha aperto un profilo Instagram tutto per lui. Il successo è stato sempre crescente perché tutti vogliono ammirare questa palla di pelo dall’occhio languido che ruba tutti i cuori.


Categorie: Curiosità

Sette cuccioli di segugio abbandonati nell'incuria, pm chiede 2 condanne

03/03/2016

Erano rannicchiati l’uno sull’altro su “una coperta sporca”, in condizioni igieniche “molto precarie”, in mezzo ai loro bisogni e addirittura con la coda mozzata in modo ‘casalingo’ e cioe’ senza nemmeno aver provveduto a dare i punti di sutura alla ferita. E’ stato questo lo spettacolo che si e’ presentato a chi lo scorso novembre ha trovato in un magazzino “fatiscente, di piccole dimensioni” a Cesate, centro alle porte di Milano, 7 cuccioli di segugio, quattro femmine e tre maschi, e la loro mamma.
Una vicenda di incuria per cui ora la Procura milanese ha chiesto al gip di accogliere la richiesta di decreto penale di condanna a una multa di 8 mila euro ciascuno per il proprietario e il custode dei cagnolini e della loro madre, accusati di abbandono e maltrattamento di animali.
Secondo gli accertamenti degli inquirenti e del veterinario dove sono stati portati dopo il ritrovamento da parte di un volontario di un’associazione animalista, i sette cuccioli di segugio e la loro mamma, il cui nome e’ Lilly, “erano stati lasciati – si legge nel capo di imputazione – in condizioni (…) di gravi sofferenze in quanto tenuti in un magazzino fatiscente, di piccole dimensioni, completamente buio”, perche’ senza finestre e “colmo di materiale edilizio potenzialmente pericoloso”. Inoltre i cagnolini “di poche settimane”, per l’accusa abbandonati da una quindicina di giorni, erano “su una coperta sporca, rannicchiati l’uno sull’altro per non disperdere il calore e in condizioni igieniche molto precarie”: i loro bisogni erano dappertutto, fin dentro le ciotole di cibo e acqua, tant’e’ che alla madre sono stati riscontrati “parassiti intestinali”. E non solo: il veterinario ha riscontrato che ai 7 piccoli era stata tagliata la coda senza poi procedere alla “sutura della ferita e, dunque, senza intervento di personale medico”. I cani, sequestrati dalla Procura, ora sono affidati in custodia in mani ‘sicure’. (ansa).


Categorie: News dal Mondo

Non è stato reato lo sparo a cane Salma Hayek. Polizia: era in altra proprietà

03/03/2016

L’uomo che ha ucciso il cane dell’attrice Salma Hayek è stato rilasciato dalla polizia. Le autorità della contea di Thruston, nello stato di Washington, infatti hanno ritenuto che il vicino di casa avesse sparato per difendere i propri cani e fosse dunque legittimato. L’attrice 49enne ha diffuso la notizia dell’uccisione del suo cane di 9 anni su Instagram lo scorso fine settimana dicendo ai fan che Mozart era stato trovato morto nel suo ranch ucciso da un colpo di fucile. “Non meritava questa morte lenta e dolorosa”, aveva scritto l’attrice sul social network.
Il vicino, si è recato presso la polizia della contea di Thurston e ha raccontato che si trovava all’interno della sua casa quando ha sentito “qualcosa che somigliava ad una lite tra cani”, tra i suoi due German Shepherds e i due cani di Hayek, provenire dal garage. Il vicino ha preso il suo fucile ad aria compressa e ha sparato un colpo dietro ad uno dei suoi due cani ed entrambi i cani di Hayek sono scappati dalla sua proprietà. L’uomo non pensava di aver colpito i cani perché entrambi hanno cominciato a correre e sono scappati via dopo lo sparo. Sebbene dall’autopsia sia risultato che il cane fosse morto in seguito a un’emorragia interna causata da un colpo di fucile ad aria compressa, lo sceriffo di Thurston hanno fatto sapere che “non c’è alcun reato contestabile” e il fatto che l’uomo fosse giustificato in quello che faceva. 


Categorie: News dal Mondo

Riacciuffata tigre fuggita dalla gabbia di un circo nel trevigiano. Sanzionato il titolare per omessa custodia

03/03/2016

Gli animali detenuti nei circhi rappresentano non solo una violenza eticamente immotivata contro qusti esseri senzienti ma possono rappresentare un pericolo per chi si trova nei paraggi. Lo dimostra quanto successo, a Calstelfranco Veneto (Treviso) dove una tigre di un circo – come racconta il Corriere del Veneto – è uscita dalla gabbia e si è messa a gironzolare tra le carovane. Subito notato da una pattuglia dei carabinieri, l’animale è stato catturato dagli addetti del circo senza per fortuna ricorrere ad atti violenti o all’uso di tranquillanti. È bastato un pezzo di carne per farla accucciare a terra e sistemare una gabbia mobile attorno. La stessa gabbia da cui era fuggita al mattino attraverso lo sportello inavvertitamente lasciato aperto. Il titolare del circo è stato sanzionato per omessa custodia di animali pericolosi.


Categorie: News dal Mondo

Mette un collare elettrico al suo setter per non farlo abbaiare. Denunciato un cacciatore di Montemarciano (An) (video)

03/03/2016

Un collare elettrico che manda una scossa ogni volta il cane abbaia. Una tortura che durava da tre anni per un cane salvato dalle Guardie Zoofile Oipa di Ancona.
Le guardie zoofile, a seguito di una segnalazione che parlava di uno strane collare al collo di un cane, hanno effettuato un sopralluogo in un’abitazione di Montemarciano, nella frazione di Cassiano. Giunte sul posto le guardie hanno trovato un cane, un setter inglese di 10 anni, rinchiuso all’interno di un serraglio in giardino (video). Il cane indossava un collare impostato per rilasciare una scossa elettrica in risposta all’abbaio. Il proprietario del cane, un cacciatore, usava l’animale al solo scopo venatorio e per il resto del tempo lo teneva rinchiuso da solo.
E non lo voleva neanche sentire abbaiare. Il cane, che una volta libero dal collare ha potuto finalmente abbaiare di nuovo, è stato posto sotto sequestro probatorio e trasferito presso il canile sanitario di Jesi, mentre il proprietario è stato denunciato per maltrattamento di animali.
“Le condizioni di detenzione di questo cane esplicitano senza ombra di dubbio che era considerato esclusivamente come uno “strumento” utile per l’attività di caccia, ma nulla di più – sottolinea Rocco Coretti, coordinatore delle guardie zoofile OIPA Ancona – La condotta denunciata gli ha negato per moltissimo tempo un bisogno primario, quindi lo faremo sottoporre ad un periodo di osservazione e ad una perizia da parte di un medico veterinario comportamentalista”.


Categorie: News dal Mondo

“Primo”, 1° giovane merlo caduto dal nido soccorso da Enpa Savona. Quest'anno nidificazione iniziata con largo anticipo

02/03/2016

Nei giorni scorsi i volontari della Protezione Animali savonese hanno soccorso il primo merlo caduto quest’anno dal nido; il piccolo, soprannominato Primo, è stato raccolto nella centrale piazza Diaz a Savona ma non è stato possibile individuare su quale albero si trovasse la nidiata. I giovani merli hanno infatti l’abitudine di tentare il primo volo a circa tre settimane dalla schiusa dell’uovo, tuttavia non sono ancora capaci di volare. In campagna essi tendono a nascondersi tra i fili d’erba dove attendono, tra un tentativo di volo e l’altro, i genitori che li sfamano ogni 15-20 minuti. Naturalmente, in città la situazione è ben diversa: qui i merli, se non soccorsi e alimentati in modo artificiale, vedono messa in serio pericolo la propria sopravvivenza, anche per rischio di essere investiti da un’automobile o di venire predati.
Tra poco la madre, dopo che i suoi 4 o 5 fratelli si saranno involati, ricostruirà il suo secondo nido, ad un’altezza superiore al primo, cui ne seguirà quest’anno un terzo e forse un quarto, sempre ad altezza superiore e senza mai usare i precedenti.
Come l’Enpa di Savona aveva già segnalato a gennaio, chiedendo uno stop anticipato alla stagione venatoria, la nidificazione di molte specie selvatiche, a causa dei cambiamenti climatici, quest’anno è avvenuta con largo anticipo. Basti pensare che in genere per i merli questa avviene ai primi di marzo, mentre un semplice calcolo dimostra che il nido di Primo è stato costruito già a metà gennaio.


Categorie: News dal Mondo

Le processionarie sono già arrivate, insetti pericolosi per i nostri animali. Come difendersi e prevenirne la diffusione

02/03/2016

Il proliferare delle processionarie, normale a primavera, è anticipato e più massiccio per via del clima particolarmente mite di questo inverno.
Della pericolosità delle processionarie abbiamo già parlato ma viste le gravi conseguenze che possono causare a noi, ai nostri animali e all’ambiente è bene rilanciare l’allarme.
La processionaria é un insetto Lepidottero defogliatore detto il bruco della falena che causa imponenti dissecamenti a carico principale del Pino nero (pinus nigra), del Pino silvestre, del Pino marittimo, del cedro, di alcune querce a foglia caudica ed occasionalmente attacca noccioli, castagni, faggi e larici. La loro presenza è facilmente riconoscibile grazie ai nidi dove svernano le larve, posizionati sulle cime dei rami e sugli apici visibili a distanza.
I nidi compaiono alla fine dell’autunno e causano una necrosi alle foglie della pianta, causandone, se l’infestazione non viene debellata, anche la morte.
Non è il bruco in sé ad essere pericoloso, quando i suoi peli che sono fortemente urticanti. I danni vengono infatti provocati dalla penetrazione dei peli nella cute. Questo provoca fortissimi eritemi papulosi e pruriginosie nei casi più gravi infezioni e addirittura necrosi (sia negli uomini che negli animali),possono provocare anche attacchi d’asma. Le conseguenze sono ancora più gravi se i peli vengono a contatto con occhi, mucose nasali, bocca, vie respiratorie e digestive. Ecco perchè bisogna stare molto attenti che i nostri amici animali non si avvicinino a questi bruchi e soprattutto non li ingoino. Le conseguenze nel secondo caso sono tragiche: una fine dolorosa e penosa con lingua e apparato digerente in cancrena.
La disinfestazione dalla processionaria è diventata obbligatoria negli ultimi anni. E’ assolutamente necessario intervenire alla prima comparsa dei nidi, onde evitare una diffusione veloce e probabilmente letale per gli alberi.
Questo pericoloso parassita può essere debellato utilizzando diversi metodi. Il più efficace è l’utilizzo di pesticidi appositi spruzzati su larve e nidi tramite vaporizzatori. I pesticidi agiscono esclusivamente sulle larve. Irrorando con il veleno i nidi, il trattamento potrebbe risultare meno efficace a causa della schermatura del bozzolo. Una volta uccise le larve bisognerà comunque non toccarle e asportarle con la massima cautela in quanto le setole rimangono irritanti per l’uomo anche diversi giorni dopo la morte della larva.
Molti consigliano, per disfarsi delle larve morte, di bruciarle. Tuttavia i residui carbonizzati rimangono urticanti. Inoltre è molto pericoloso rimanere vicino al falò o posizionarsi in zona “sotto vento” ad esso, in quanto le setole possono essere trasportate dal calore e venire a contatto con occhi, bocca e vie respiratorie. Evitate quindi questo metodo. Sigillate le larve in sacchetti di plastica spessi e provvedete a smaltirle nelle discariche, segnalando agli operatori ecologici il contenuto del sacco.
E’ necessario intervenire anche quando la processionaria non infesta piante nella nostra proprietà. In questo caso bisogna segnalare alle autorità comunali (ad esempio la polizia municipale) che provvederanno a eliminare il pericoloso parassita. Sottovalutare il pericolo può portare a conseguenze disastrose per l’ambiente.


Categorie: Curiosità

I cani nello stato di famiglia, arriva la prima proposta di legge

02/03/2016

I sette milioni di cani italiani potrebbero presto trovare posto nello Stato di Famiglia. E sarebbe la prima volta a livello internazionale. La novità arriva da FareAmbiente che ha presentato una proposta di legge che mira a creare un  collegamento diretto tra la Anagrafe Canina di competenza regionale e lo Stato di Famiglia di ogni proprietario-adottante, utilizzando i Web Service. “La nostra proposta è di consentire una lettura all’interno dello Stato di Famiglia dell’Anagrafe Canina, una soluzione che dimostra maggiore attenzione verso i nostri amici a 4 zampe e un deterrente più alto contro l’abbandono” spiega all’Adnkronos Claudio La Rosa, responsabile Tutela e benessere degli animali di FareAmbiente.
Presentata ieri presso la sala stampa della Camera dei deputati, la proposta di Legge promossa dall’associazione ecologista ha come primo firmatario il deputato Paolo Russo (Pdl), e si basa sui Web Service messi a disposizione da ogni Regione, secondo le Direttive dettate  dall’Accordo del 24 gennaio 2013 tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, Province, Comuni e Comunità Montane in materia di identificazione e registrazione degli animali da affezione.
FareAmbiente risponde con questa proposta di legge “ad un’esigenza sia delle famiglie italiane, che vedono nel loro animale un membro a tutti gli effetti del nucleo familiare, ed in Italia sono oltre 7 milioni i cani adottati iscritti alle Anagrafi Canine Regionali, sia ad una semplificazione delle procedure di adozione e riconoscimento dell’animale in caso di responsabilità del proprietario e una soluzione al randagismo” aggiunge La Rosa.
La lettura dell’anagrafe regionale tramite lo Stato di Famiglia garantirebbe anche “unaggiornamento più rapido dei dati e creerebbe i presupposti per l’istituzione di un’anagrafe nazionale e di una migliore pianificazione e verifica della gestione del randagismo” spiega ancora La Rosa. “L’animale non può e non deve essere considerato una proprietà privata quindi, credo sia più opportuno di parlare di adottante piuttosto che di proprietario” commenta il primo firmatario della proposta di legge, Paolo Russo.
“Con il 55% delle famiglie italiane in possesso di un animale domestico, era assolutamente doveroso pensare a una sorta di regolamentazione in tal senso” evidenzia Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente-Movimento ecologista europeo. “Il trattato di Lisbona, firmato dai 28 Paesi dell’Unione, riconosce giuridicamente gli animali come esseri senzienti a tutti gli effetti e come tali vanno trattati, non sono più ‘qualcosa’ ma ‘qualcuno'” ricorda La Rosa.
Inoltre, conclude il responsabile tutela e benessere degli animali in FareAmbiente, “i cani svolgono di fatto anche una funzione di ammortizzatori sociali visto che, stando alle più recenti ricerche scientifiche, stimolano l’azione dell’ossitocina, il cosidetto ‘ormone delle coccole’, aumentano lo stato di benessere e riducono il ricorso del cittadino alla sanità pubblica”.


Categorie: News dal Mondo

Domenico, il pony investito sul GRA, non ce l'ha fatta è morto per le conseguenze dell'incidente. Si cerca il proprietario

02/03/2016

Domenico, il pony investito sul Grande Raccordo Anulare di Roma e poi trasferito presso una struttura veterinaria della capitale, è deceduto nonostante i soccorsi prestati dalla Polizia Stradale, dall’Asl Roma B e dalle Guardie Zoofile dell’Enpa di Roma. Secondo quanto reso noto, il pony sarebbe morto a causa di una colica. L’incidente è avvenuto nel tardo pomeriggio di domenica scorsa quando un’auto si è improvvisamente trovata di fronte il povero animale e non è riuscita ad evitare l’impatto, malgrado il tentativo in extremis dell’automobilista. Servizi Veterinari e volontari dell’Enpa di Roma sono comunque al lavoro per risalire al proprietario dell’equide, il quale dovrebbe essere facilmente identificabile dal momento che il pony era regolarmente microchippato. Al riguardo si dovrà anche verificare se la “fuga” di Domenico sia mai stata denunciata dallo proprietario, per il quale potrebbe scattare una sanzione amministrativa e una denuncia penale. L’ipotesi di queste ore è che l’equide sia riuscito in qualche modo a scappare da uno degli allevamenti o da una delle aziende agricole situate in prossimità del Raccordo. «Del resto, non sarebbe la prima volta – spiega la Caponucleo delle Guardie Zoofile Enpa di Roma Maria Rita Martelli – visti i numerosi animali trovati a vagare nel quartiere e recuperati dai servizi veterinari dell’Asl Roma B». Tra l’altro a Settembre, i volontari dell’Enpa di Roma erano dovuti intervenire per prestare soccorso ad un altro pony, Santino, legato con una corda al guard rail della Tuscolana. Insomma, il quadrante Sud – Est della Capitale sembra detenere un brutto primato per l’abbandono di equidi e altri animali.«Persino in una vicenda così cupa come quella di Domenico – conclude Martelli – c’è un elemento di speranza. Penso al senso civico e alla solidarietà dimostrata dai cittadini, in particolare da due ragazzi, Massimo e Maria, che ci hanno aiutato ad assistere Domenico e sono rimasti con noi fino a quando l’animale non è stato trasferito presso il centro veterinario. E penso anche alla professionalità dimostrata dagli agenti di polizia e dal personale dell’Asl Roma B che sono intervenuti con tempestività e hanno fatto l’impossibile per salvare il povero animale». 


Categorie: News dal Mondo

Quando sono i bimbi a fare da terapisti ai cani: piccoli lettori per i 4zampe stressati dei canili (video)

02/03/2016

Un’iniziativa interessante e commovente quella intrapresa da un rifugio per animali in Missouri. Coinvolti bambini tra i 6 e i 15 anni, chiamati a leggere libri davanti alle gabbie dove sono ospitati cani reduci da difficili esperienze e che hanno maturato una profonda diffidenza nei confronti degli umani (video).
In questo modo si cerca di far rifiorire la fiducia dei cani e di abituarli alla presenza dei bambini in vista di una possibile adozione. Per contro, i bimbi vengono introdotti all’interazione positiva con gli animali attraverso un mini-corso preparatorio.
Nel programma The Missouri Humane Society’s Shelter Buddies Reading Program i bambini hanno la possibilità di offrire la propria disponibilità a trascorrere alcune ore con ai cani più timidi e spaventati sedendosi accanto alle gabbie dei cani e leggendo loro un libro. Quando l’animale mostra segni di interazione, i piccoli possono dargli un premio, generalmente un biscotto. Un metodo che aiuta l’animale a sviluppare nuovamente la relazione con l’uomo, con cui ha avuto generalmente brutte esperienze. Aiutarli è particolarmente importante negli Usa dove, nella maggior parte degli Stati, c’è ancora l’orrenda pratica della soppressione dei cani che – dopo un certo periodo – non vengono adottati: con un’indole più aperta e amichevole un cane ha la possibilità di trovare più in fretta una casa evitando così di essere abbattuto. “Volevamo aiutare i cani più deboli e spaventati senza forzarli ad avere interazioni fisiche, così da valutare l’effetto che questo tipo di contatto poteva avere su di loro” ha commentato Jo Klepacki, direttrice del programma. “Leggere loro un libro fa sentire i cani confortati e riduce l’ansia da canile. Non solo: quando i bambini leggono le storie ai cani, sviluppano la loro capacità di lettura. Questo progetto nutre la loro empatia e serve anche ai cani molto agitati per calmarsi”.


Categorie: Curiosità

“Sempreamici”, con Enpa, Mida e Metlife il progetto che aiuta gli amanti degli animali a garantire le cure ai propri fedeli amici

02/03/2016

Tutti gli animali domestici sono ormai parte integrante delle famiglie, importanti compagni di vita per anziani e bambini, validi aiuti per le persone disabili. Sulla base di questa considerazione MIDA crea il progetto Sempreamici, nato per offrire dei servizi innovativi agli amanti degli animali ed ai loro fedeli amici.
Primo step di questa iniziativa è il lancio di Sempreamici – Protezione Futuro, la prima assicurazione che tiene in considerazione il futuro di questi importanti protagonisti del nostro quotidiano, mettendo a disposizione uno strumento per proteggerli anche nel caso in cui chi si prende cura di loro non stia bene o nella peggiore delle ipotesi muoia. L’obiettivo è ripagare la fedeltà e le attenzioni quotidiane degli amici animali al fine di garantire loro cibo e cure e far sì che non restino mai soli.
Sempreamici – Protezione Futuro è un prodotto assicurativo MetLife nato dalla sinergia con MIDA Broker che garantisce la gestione e il mantenimento dell’animale in caso di ricovero, di invalidità permanente totale o decesso da infortunio del proprietario. La polizza permette di designare una persona di fiducia o un’organizzazione no-profit che si prenda cura dell’animale in caso di impossibilità del proprietario di occuparsene, offrendo supporto sotto forma di indennizzo economico e buoni acquisto spendibili in prodotti indispensabili per il suo accudimento.
Fondamentale per il progetto il contributo di ENPA (Ente Nazionale Protezione Animale) nel definire i bisogni a cui il prodotto risponde, identificati attraverso un’indagine – condotta tra un vasto numero di possessori di animali domestici – sui timori e le ansie rispetto al futuro dei propri fedeli compagni. Sempreamici – Protezione Futuro rappresenta, quindi, la risposta ai principali motivi di preoccupazione dei proprietari, come l’impossibilità di provvedere alla gestione e al mantenimento degli animali in caso di propria invalidità permanente, e la preoccupazione, soprattutto tra gli anziani, per il futuro dell’animale in caso di loro morte improvvisa.
È questo lo spirito di Sempreamici, che si colloca a pieno titolo nella campagna anti-abbandono di ENPA.
“Siamo lieti di essere fra gli ideatori di questo progetto”- dichiara Marco Bravi, Presidente Consiglio Nazionale ENPA e responsabile Comunicazione e Sviluppo iniziative -“perché da oggi pensare ai nostri amici più fedeli oltre la nostra esistenza non sarà più una stravaganza o un privilegio da ricchi. Oggi tutti possono garantire un futuro sereno al loro amico; non solo economicamente ma anche, grazie alla possibilità di indicare ENPA come beneficiario, lasciare il proprio amico in mani sicure o finanziare un progetto che ricordi per sempre il proprio grande amore per gli animali”.Tutti gli animali domestici sono ormai parte integrante delle famiglie, importanti compagni di vita per anziani e bambini, validi aiuti per le persone disabili. Sulla base di questa considerazione MIDA crea il progetto Sempreamici, nato per offrire dei servizi innovativi agli amanti degli animali ed ai loro fedeli amici.
“Il progetto Sempreamici, ci ha permesso di mettere la nostra professionalità al servizio di un valore sociale universalmente riconosciuto: un’idea che nasce per e con gli animali da Micol Dardani, studentessa di Scienze della comunicazione che ha, per prima, pensato un prodotto a favore degli animali. Idea che ha ispirato quest’iniziativa, fortemente voluta, valorizzata e concretizzata all’interno della nostra squadra MIDA. ENPA è stato fondamentale catalizzatore del nostro impegno in questa iniziativa, in cui crediamo quale nuovo approccio di fruttuosa collaborazione tra il mondo azienda e il sociale” – queste le parole di Davide Arculeo, Amministratore Delegato di MIDA SRL, Società di Brokeraggio Assicurativo con oltre quarant’anni di esperienza.
“La mission di MetLife è quella di offrire alle persone strumenti semplici ed economicamente accessibili per tutelare i propri affetti.” – dichiara Maurizio Taglietti, General Manager per MetLife in Italia, Leader globale nell’offerta di prodotti assicurativi . “Siamo orgogliosi di aver potuto offrire, attraverso la creazione della polizza, uno strumento concreto per dare serenità anche alle numerose persone che condividono la propria esistenza con gli animali domestici. Siamo realmente convinti del valore sociale che svolgono quotidianamente nella società e siamo pertanto lieti di dare un contributo, lavorando al fianco di un’importante organizzazione come ENPA, da sempre attiva in difesa degli animali”.
Per maggiori informazioni sulla polizza Sempre Amici- Protezione Futuro® è possibile visitare i siti www.metlife.it, www.enpa.it, www.midabroker.it.
Collegandosi al sito www.sempreamici.com, gestito da MIDA, sarà possibile acquistare la polizza direttamente on-line. (enpa.it)


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Dieci regole per una gestione corretta e una convivenza pacifica con l’uomo, è il nuovo decalogo della Lipu

01/03/2016

La Lipu-BirdLife presenta oggi il nuovo Documento sul piccione di città (Columba livia forma domestica), un vero e proprio manuale per la gestione di questa specie, tra le più conosciute perché presente da tempo immemore accanto all’uomo e nidificante con grandi numeri nella quasi totalità delle città italiane.
Dieci regole per una gestione corretta e una convivenza pacifica con l’uomo. Un vero e proprio manuale per la gestione di questa specie, tra le più conosciute perché presente da tempo immemore accanto all’uomo e nidificante con grandi numeri nella quasi totalità delle città italiane.
Addomesticato migliaia di anni fa, utilizzato per scopi alimentari o di comunicazione, oggi il piccione, a causa di un incremento demografico nel secondo dopoguerra (dopo la fuga dagli allevamenti o l’abbandono da parte dell’uomo) sta creando qualche problema di convivenza, soprattutto nelle città.
In alcuni casi il piccione viene ritenuto responsabile di sporcare marciapiedi, edifici e monumenti storici e artistici (si veda il recente caso della cattedrale di Noto), ma anche di causare danni alle produzioni agricole o di interferire col traffico aeroportuale (rischi di birdstrike). Situazioni affrontate troppo spesso dalle istituzioni con provvedimenti emergenziali e sostanzialmente inutili, oltre che irrispettosi del benessere degli animali e degli equilibri ecologici (come la falconeria) quando non addirittura violenti (come le uccisioni o gli avvelenamenti diretti).
Aggiornando e integrando un documento diffuso in passato, la Lipu ha realizzato un Documento da cui è possibile estrarre una sorta di decalogo per una gestione corretta della specie, dieci regole per le istituzioni e la gente affinché si possa arrivare a una pacifica e duratura convivenza, nel rispetto delle esigenze di decoro e igiene urbana ma anche degli animali e delle loro esigenze ecologiche.
“Il nostro Documento si basa su tre messaggi basilari per una corretta gestione del piccione, da cui derivano le regole che vogliamo diffondere – afferma Fulvio Mamone Capria , presidente della Lipu – Il primo riguarda il comportamento dell’uomo, il secondo l’esigenza di una strategia integrata, che coinvolga operatori, cittadini e istituzioni, e il terzo la necessità specifica di ridurre i siti di nidificazione e il cibo a disposizione della specie, che non dà veri benefici ai piccioni e anzi, paradossalmente, può creare loro problemi. Solo così si possono ottenere buoni risultati e una gestione soddisfacente per tutti”.
Nel decalogo della Lipu, basato su evidenze scientifiche, studi e ricerche effettuate in più parti d’Italia e pareri internazionali, sono tante le tecniche corrette di gestione e le linee di intervento da attuare. Tra i metodi consigliati 1) la progettazione architettonica consapevole, ossia la realizzazione di edifici che non incentivino la presenza e la nidificazione del piccione senza impedire l’accesso ad altre specie come rondoni, passeri, rapaci e pipistrelli; 2) l’utilizzo di dissuasori di appoggio incruenti e adatti al particolare architettonico; 3) l’uso di reti antintrusione per impedire l’accesso dei piccioni in balconi, capannoni, cortili, porticati e torri campanarie, fatto salvo il periodo riproduttivo e senza impedire ad altre specie (rondoni, passeri, codirossi e pipistrelli) l’accesso a tali aree; 4) la gestione dell’alimentazione, che stabilisca limiti alla somministrazione di cibo aggiuntivo e poco nutriente (come pane e pasta), considerato che il piccione trova già nelle città e nelle aree circostanti cibo in abbondanza, ma che anche migliori lo smaltimento dei rifiuti e l’igiene pubblica; 5) campagne di informazione e sensibilizzazione verso pubblico e operatori, basati su dati etici, contenuti tecnici e scientifici; 6) l’incremento dei predatori naturali, tramite l’installazione di nidi artificiali per il falco pellegrino e l’allocco (rapaci presenti nelle città) o la taccola; 7) l’allestimento di colombaie nei parchi urbani, gestite direttamente dai Comuni, che possano dare soddisfazione ai colombofili senza creare problemi alla città, permettendo anche il controllo sanitario; 8) l’effettuazione di censimenti e monitoraggi, fondamentali per un’efficace strategia di gestione del piccione; 9) il miglioramento dell’igiene pubblica e 10) l’utilizzo, in ambiti diversi da quelli urbani, di deterrenti ottici e integrati, ad esempio negli aeroporti e per la prevenzione dei danni in agricoltura.
Tra i metodi non consigliati dalla Lipu, nel Documento compaiono le catture e gli abbattimenti, la cattura e il trasferimento di soggetti, la sterilizzazione chimicae la falconeria. “Quest’ultima, oltre che essere eticamente inaccettabile – spiega il presidente Lipu – si basa sul presupposto errato che la preda abbandoni l’area in presenza del predatore. Semmai, la preda si limita a nascondersi alla sua vista, per poi tornare a frequentare l’area e anche a nidificarvi, come dimostrano i nidi che il piccione ha realizzato in città anche nei pressi di quelli costruiti dal falco pellegrino”


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