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"Scarcerato" Jordan istigato a uccidere 15 gattini dal proprietario già assolto

31/03/2016

Una brutta vicenda nata all’interno di una pregressa faida familiare e a farne le spese è stato il doberman Jordan e 15 gattini. Il cane, probabilmente istigato e messo nella condizione ha fatto una strage dei gattini.
Dopo il terribile episodio Jordan era stato portato via e rinchiuso in un canile. I micini uccisi erano del cognato del suo proprietario suo padrone, un imprenditore agricolo 47enne bresciano.
Il Tribunale del Riesame di Brescia ha “scarcerato” il cane mentre il proprietario era già stato assolto dal Tribunale di Brescia dall’accusa di aver fatto uccidere i felini del parente perché “il fatto non sussiste”.
Ma il 4 novembre 2016 il proprietario del cane tornerà in aula per un nuovo processo: dovrà rispondere di uccisione di animali e stalking nei confronti della sorella, del cognato, dei nipoti e della madre. Il tutto è nato quando il 2 ottobre 2015 l’uomo aveva aizzato, secondo l’accusa, il suo dobermann Jordan contro i 15 gattini del familiare, uccidendoli tutti.
Secondo il suo padrone, da quando era stato rinchiuso nel canile Jordan si era rifiutato di mangiare. “Temo che possa morire, lo vedo molto depresso e fa fatica a nutrirsi. Non vedo l’ora di riportarlo a casa”, aveva detto l’imprenditore bresciano. Ora il cane Jordan sarà libero di tornare nel giardino della cascina di Quinzano dove speriamo sia lasciato tranquillo.
L’imprenditore agricolo bresciano, inoltre, era già stato denunciato dal parente in quanto il 10 settembre avrebbe schiacciato e ucciso col trattore altri gatti.
Una vicenda triste e vile di contrasti tra cognati costata la vita a 15 esserini innocenti e il canile a Jordan.


Categorie: News dal Mondo

I giapponesi hanno fatto strage di balene: dei 333 esemplari uccisi 200 erano incinte

31/03/2016

Con una sua nota l’Ansa ha dato notizia di come nella stagione estiva appena conclusa di caccia ‘scientifica’ alle balene nei mari antartici, le baleniere giapponesi hanno riportato in patria la ‘quota’ di 333 balenottere minori uccise, di cui circa 200 incinte. Un’ammissione che induce Australia e Nuova Zelanda a minacciare una rinnovata azione legale internazionale contro la mattanza. L’istituto giapponese per la ricerca sui cetacei ha confermato il numero di balene incinte, alcune delle quali aspettavano gemelli, aggiungendo che la prevalenza di balene incinte indica lo stato di salute della popolazione.
L’Australia continuerà a premere sul Giappone perché ottemperi ai suoi obblighi internazionali ed ai principi stabiliti dalla Corte internazionale di giustizia, ha detto la ministra degli esteri Julie Bishop. Ha aggiunto che il governo “sta considerando tutte le strade per ottenere l’adesione alle sue decisioni”. La Corte, cui l’Australia e la Nuova Zelanda si erano rivolte, ha stabilito nel 2014 che la caccia non ha fini scientifici ed è quindi illegale e ne ha ordinato la sospensione. Il Giappone tuttavia si è limitato a ‘saltare’ la stagione di caccia dell’estate 2014/15 e ad annunciare un nuovo programma per giustificare l’uccisione di oltre 4000 balene nei prossimi 12 anni. Poco dopo si è ritirato dalla giurisdizione della corte stessa. La ripresa della caccia nei mari antartici è stata condannata duramente da scienziati della Commissione Baleniera Internazionale (IWC). In una lettera pubblicata di recente sulla rivista Nature, 30 dei 200 membri del comitato scientifico della Commissione hanno chiesto un urgente riesame delle procedure scientifiche per gestire le popolazioni di balene, descrivendo il sistema esistente “una “perdita di tempo”. Ed esprimendo “frustrazione” per l’inosservanza da parte di Tokyo delle raccomandazioni della commissione.(ansa).


Categorie: News dal Mondo

Zolux Italia e Enpa insieme per gli animali con 21 kit per i trovatelli

31/03/2016

Basterà un like  per aiutare i trovatelli dei rifugi Enpa. Zolux mette in palio 21 kit di alimenti e beni di prima necessità per animali destinati ad altrettanti rifugi Enpa sparsi per l’Italia
Per far partire i kit verso i rifugi Enpa non si deve fare altro che andare sulla pagina Facebook Zolux Italia e cliccare su Mi Piace.
Per seguire Zolux Italia cliccate qui!
Più LIKE ci saranno sulla pagina, più kit si sbloccheranno.
In più, raggiunti i 10 000, 20 000, 50 000, 100 000 e 200 000 FAN saranno inviati dei Kit Bonus composti interamente da alimenti per cani e gatti.
Quindi non vi resta che seguire la pagina Zolux Italia e condividere!

P. S.: dopo un solo giorno il primo Kit é stato già sbloccato!


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Caccia alla volpe, mail bombing contro delibera abbattimento emesso dalla Provincia Teramo. Wwf e Gadit, ritirare atto. Enpa, ignorate leggi

31/03/2016

Hanno scelto la strada del mail bombing centinaia di cittadini indignati e inorriditi di fronte alla delibera con cui la Provincia di Teramo ha approvato il “piano di contenimento delle volpi”: il testo prevede che fino al 10 aprile “squadre composte da Guardie faunistiche volontarie coadiuvate da Guardie ecologiche e con la supervisione della Polizia Provinciale potranno cacciare le volpi con la tecnica della girata con tre cani”.
Wwf e Gadit, ente nazionale Guardie ambientali d’Italia, hanno gia’ chiesto il ritiro il provvedimento perche’ si procede “ad abbattimenti senza che siano stati messi in atto metodi ecologici di contenimento (prescritti dalla legge)”, con la caccia alla volpe “nel periodo in cui tutta la fauna sul territorio e’ in fase produttiva”. E in queste ore hanno raggiunto quota 250mila le visualizzazioni, le condivisioni, i “mi piace” e i commenti alla pagina Facebook dell’Enpa “contro l’orribile mattanza di volpi, femmine e cuccioli compresi, voluta dalla Provincia di Teramo”.
Centinaia di mail di protesta stanno arrivando alle caselle di posta elettronica personali di presidente e assessori della Provincia, nonche’ alle redazioni di testate giornalistiche, da tutta Italia: c’e’ chi si appella alla sensibilita’ umana nei confronti di animali indifesi, chi minaccia di non tornare a visitare il verde Abruzzo, chi si dice sdegnato e incredulo e grida ‘vergogna’. “Non e’ un caso – precisano Wwf e Gadit – che il piano non abbia avuto il parere favorevole dell’Ispra”, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Sempre Wwf e Gadit fanno notare che “oltre al danno sulle volpi la decisione crea enormi problemi a tutta l’altra fauna, caprioli, tassi, lepri, disturbata da spari e cani da caccia in una delle fasi piu’ delicate della vita”. La decisione della Provincia sarebbe solo “un regalo alla lobby delle doppiette”.
“Ormai le persone sono indignate e sconcertate dalla crudelta’ di provvedimenti quali quello della Provincia di Teramo e da possibili favoritismi alla lobby venatoria – dice Andrea Brutti dell’Ufficio Fauna Selvatica Enpa – ma anche dal fatto che sul tema esiste una consolidata giurisprudenza, volutamente ignorata da chi e’ stipendiato proprio per far rispettare le norme. Non solo politici, ma anche funzionari per i quali Enpa non esclude un intervento presso la Corte dei Conti”. (ansa).


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Amnistia in Kenya per chi restituisce zanne di elefanti e corni di rinoceronte

31/03/2016

Il Kenya ha lanciato un amnistia della durata di “tre settimane”, per coloro che in questo tempo restituiranno alle autorita’ le zanne d’elefante e i corni di rinoceronte. L’avorio raccolto verra’ bruciato, il 30 aprile, con una grande cerimonia e le autorita’ pensano che si trattera’ 105 tonnellate di avorio e 1,35 tonnellate di corni di rinoceronte. “Chiunque e’ in possesso di avorio, di corna di rinoceronte o di altri tipi di trofei animali, dovra’ restituirli alle autorita’”, ha detto durante una conferenza stampa il ministro dell’Ambiente, Judi Wakhungu, aggiungendo che coloro che “approfitteranno di questa amnistia non verranno perseguiti”. La cerimonia avra’ luogo nel Parco nazionale di Nairobi, e sara’ presieduta dal presidente del Kenya Uhuru Kenyatta e da altri capi di Stato africani, oltre che a militanti della protezione della fauna.
Nel marzo del 2015, il presidente Kenyatta aveva presieduto una cerimonia analoga nella quale furono bruciate 15 tonnellate di zanne d’elefante, la piu’ grande quantita’ di avorio bruciato fino ad allora.
Il ministro dell’Ambiente ha poi aggiunto che la “distruzione di questo avorio e dei corni di rinoceronte non mettera’ certo fine al commercio illegale, ma dimostra l’impegno del Kenya a ricercare un divieto mondiale al commercio di avorio. Il bracconaggio degli elefanti e dei rinoceronti e il commercio illegale di molte specie animali e’ uno dei piu’ importanti problemi dell’Africa”. Piu’ di 30mila elefanti vengono uccisi ogni anno in Africa, per la vendita illegale dell’avorio che prende la direzione dell’Asia, dove viene valutato mille euro al chilo. (AGI)


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Bimbo aggredito dal rottweiler di famiglia. Sconosciuto il motivo

31/03/2016

Stava giocando in casa con il suo cane, un rottweiler. All’improvviso, senza apparente motivo, l’animale ha aggredito il piccolo mordendolo alla testa. L’elisoccorso ha trasportato il bimbo in gravi condizioni all’ospedale di Monza, centro rinomato per chirurgia e ortopedia. Il bambino infatti, oltre ad aver riportato profonde lesioni al cuoio capelluto di circa 14 centimetri, ma per fortuna non al volto, è stato anche ferito alla mano. Ieri l’operazione al cuoio capelluto è stata eseguita alla perfezione grazie ai medici e ai carabinieri di Legnano che nel luogo in cui si è verificata l’aggressione hanno recuperato un lembo di pelle rimasto sul pavimento portandolo in ospedale nel liquido criogenico.
Sulla sorte del cane, maschio di 7 anni, deciderà fra qualche settimana il magistrato, dopo che le indagini chiariranno il contesto in cui è avvenuta l’aggressione. Per il momento l’animale si trova in un canile. I carabinieri spiegano che, da quanto ricostruito, il cane non era mai stato aggressivo nei confronti del bambino o di altre persone: viveva assieme alla famiglia, in una casa con giardino, e i suoi proprietari amavano passare con lui il tempo. I genitori, a quanto pare, prima di ieri non avevano avuto alcun campanello d’allarme.
Il cane non morde qualcuno senza un motivo e in genere ama i bambini, ma vale la regola:io rispetto te e tu rispetti me! L’intervento più efficace per evitare incidenti è la prevenzione perciò impediamo che un cane timoroso, possessivo e geloso delle sue cose e quello con animo predatore, possa entrare in contatto con bambini in genere.
Non lasciare mai un bambino sotto i 10 anni solo con il cane, anche se sembra docile e mansueto e, quando ne ha di più non dare nulla per scontato.
Infatti un adulto è più consapevole delle proprie azioni, un bambino anche senza volere potrebbe fare degli atti che il cane interpreta come un pericolo!


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Giovane epagneul breton messa alla catena senza cibo, acqua e riparo. Cacciatore denunciato per abbandono di animale

30/03/2016

Era tenuta a catena, in stato di completo abbandono e in uno spazio privo di riparo dalle intemperie. Queste le condizioni in cui le Guardie Zoofile dell’Enpa di Vicenza hanno trovato un giovane esemplare femmina di epagneul breton. Vista la gravità della situazione – la cagnetta era immobile a terra, la testa abbandonata gli occhi chiusi, tremori diffusi su tutto il corpo – i volontari della Protezione Animali hanno tempestivamente contattato il veterinario dell’ASL, il quale, una volta giunto sul posto, ha prescritto il ricovero immediato dell’animale in un ambulatorio attrezzato.
Il proprietario della cagnolina, un cacciatore di Zané (Vicenza) che, in quel momento non era presente sul posto perché stava partecipando ad una battutta di caccia in Toscana, è stato denunciato dalle Guardie Enpa per abbandono di animale ed è ora indagato dalla Procura. La povera Feccia – questo il nome della sfortunata quattro zampe – è stata invece posta sotto sequestro e sta tornando in salute. Le indagini svolte dalle Guardie Enpa hanno evidenziato come, nel corso del tempo, la epagneul breton non sia stata curata a dovere dal suo proprietario, il quale l’avrebbe anzi coinvolta nell’attività venatoria fino allo sfinimento.  


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Cure per garantire salute e benessere al nostro cane

30/03/2016

A differenza del gatto il cane non si tiene pulito da solo sembra anzi che faccia di tutto per tornare a casa sporco e maleodorante rotolandosi nelle pozze o peggio. Saremo quindi noi a prenderci cura delle sua pulizia e benessere controllandolo regolarmente dagli occhi alle unghie, un buon metodo inoltre con cui individuare rapidamente una piaga, una lesione o un’infestazione da parassiti.

Cure per gli occhi: se hai un cane dal muso piatto (come un boxer o un bulldog), devi pulirgli gli occhi tutti i giorni. Per gli altri, fallo ogni 8 – 10 giorni. Dopo aver lavato le mani potrai utilizzare una salvietta oculare, specifica per questo tipo di impiego (in vendita dal veterinario) o una garza imbevuta di siero fisiologico. Per la pulizia, parti dall’angolo interno dell’occhio verso l’esterno e cambia salvietta o garza per ricominciare; in caso contrario, rischierai di introdurre nuovamente i germi nell’occhio.

Cure per le orecchie: nei cani con le orecchie cadenti o con una forte pelosità all’ingresso del condotto uditivo, procedi alla pulizia ogni 8 – 10 giorni (altrimenti una volta al mese). Evita questa operazione in inverno, appena prima di una passeggiata, se la temperatura è davvero glaciale. Usa un detergente auricolare specifico per cani, in vendita in farmacia o dal veterinario. Introduci qualche goccia, massaggia l’esterno dell’orecchio con la mano e, se necessario, asciuga il prodotto in eccesso con una garza.

Pulizia dei denti: esistono in commercio dentifrici per cani (al gusto di carne) da spalmare sulla superficie dei denti e sulle gengive con uno spazzolino o un apposito ditale da infilare nell’indice della mano. Puoi anche dargli delle crocchette leggermente abrasive che assicurano una pulizia meccanica dei denti, così come dei prodotti da masticare, introdurre delle patch autoadesive su un molare, in grado di sprigionare un antisettico, o delle garze che producono un effetto analogo. Infine, in occasione di un’anestesia per tutt’altro motivo, il veterinario potrà approfittarne per eseguire una detartarizzazione.

Spazzolatura: su un cane a pelo raso utilizza un pettine e spazzolalo una volta ogni 15 giorni al di fuori del periodo di muta (ma 2 volte alla settimana in autunno e in primavera). Utilizza una striglia e addirittura un pettine con denti lunghi e larghi per un cane a pelo lungo o semilungo. Ripeti la spazzolatura ogni 2 giorni e anche tutti i giorni durante il periodo di muta. La spazzola serve poi a lisciare il pelo.

Bagno: l’ideale sarebbe un bagno ogni 2 mesi, subito dopo la spazzolatura. Ma se ha fatto il bagno in mare o si è rotolato nello sterco bisogna lavarlo immediatamente. Utilizza solo uno shampoo per cani e risciacqua abbondantemente.

Taglio delle unghie: ne abbiamo ampiamente parlato

Fonte: doctissimo.it


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V° Rapporto Legambiente “Animali in città”, insufficiente una spesa pubblica di quasi 250 mln euro per contrastare randagismo e garantire corretta gestione degli animali da compagnia

30/03/2016

Per le politiche relative agli animali d’affezione e, in generale, per la migliore convivenza in città con animali padronali e selvatici, le amministrazioni comunali e aziende sanitarie locali spendono 248.654.053,08 euro. E’ quanto emerge da ‘Animali in città’ di Legambiente, il V rapporto che raccoglie ed elabora i dati forniti dalle amministrazioni comunali capoluogo di provincia e dalle aziende sanitarie locali. Una cifra che, secondo Legambiente, “non basta né a risolvere problemi annosi come quello del randagismo, né a garantire campagne utili alla corretta gestione degli animali da compagnia”.
Al questionario di Legambiente hanno risposto ben 91 amministrazioni comunali capoluogo di provincia, l’82,7% del campione e 73 aziende sanitarie locali, ossia il 49% delle 149 Aziende sanitarie del campione contattato. In particolare, dal rapporto emerge che in Italiaviene sterilizzato un cane ogni 5 (4,8) che arrivano nei canili e un gatto ogni 8 (8,2) nelle colonie; i cani regolarmente registrati nell’anagrafe sono 7.715.817, pari a un cane ogni 9 cittadini (8,8), ma con enormi differenze tra le varie città.
Ad esempio, se a Terni risultano essere uno ogni 3,5 abitanti, lo stesso ufficio ad Avellino ne conta uno ogni 722 cittadini, così come sarebbero uno per 2,5 abitanti per la Asl Umbria2 mentre la Asl Roma F ne conta uno ogni 50 abitanti (49,6). Stessa situazione per i gatti nelle colonie: uno ogni 12,5 abitanti nel comune di Arezzo mentre ad  Asti diventano uno ogni 1.913 abitanti. E se l’Asur2 di Fabriano ne conta uno ogni 22,5 cittadini, la Asl di Nuoro parla di un gatto ogni 7.949 abitanti. Ma il dato che, con il modello vigente, indica maggiormente il successo nella gestione degli animali è probabilmente quello relativo alla capacità di allocare o riallocare i cani che finiscono nei canili: qui situazione al top a Bolzano e Lucca e per le aziende sanitarie di Frosinone e Ancona (ASUR2) dove per ogni nuovo ingresso trovano felice sistemazione due esemplari, al peggio Trapani, dove ogni 30 nuovi ingressi si riesce a sistemare un solo esemplare e Nuoro, che riesce a ricollocare un cane ogni 11 nuovi ingressi. Anche per i controlli di settore i numeri sono variabili: se Potenza dichiara un controllo all’anno ogni 21 cittadini e Terni uno ogni 45,3, a Novara viene effettuato un controllo ogni 21.000 abitanti, mentre la ASL Milano 1 dichiara di farne uno ogni 95mila abitanti.
Nel complesso, l’89% delle amministrazioni comunali che ha risposto al questionario ha dichiarato di aver attivato l’assessorato e/o l’ufficio appositamente dedicato agli animali, mentre il 97% delle aziende sanitarie locali ha dichiarato di avere almeno il canile sanitario e/o l’ufficio di igiene urbana veterinaria (in cinque casi anche l’ospedale veterinario) appositamente dedicati.
Oggi, tra le amministrazioni comunali raggiungono una performance sufficiente, (30 punti su 100), 35 città sulle 91 che hanno risposto, pari al 38% del campione, di cui con una performance buona (40 punti su 100), 8 città (Verona, Ferrara, Cremona, Monza, Bologna, Lecco, Perugia, Parma), l’8,8% del campione, e solo 2 città (Terni, Modena) superano i 50 punti su 100, il 2,2% che raggiunge quindi una performance ottima.
Tra le aziende sanitarie raggiungono una performance sufficiente 35 aziende su 73, pari al 48% del campione, di cui con una performance buona, 12 aziende sanitarie (Bergamo, Napoli 1 Centro, Como, Modena, Umbria 1, Asur 1 Pesaro, Firenze, Cesena, Lecco, Milano, Salerno, Asur 4 Fermo), pari al 16,4% del campione, mentre solo 2 (Savona, Brescia) superano i 50 punti su 100, il 2,7% del campione, raggiungendo una performance ottima.
Rispetto alle colonie feline, solo il 60,43% dei comuni dichiara di monitorarle (15.445 colonie, con oltre 160.742 gatti e 7.958 cittadini impegnati), mentre tra le aziende sanitarie solo il 71,23% dichiara di monitorare le colonie feline presenti nel proprio territorio (23.869 colonie per 185.333 gatti). Quasi 2 comuni su 3 (64,83%) dichiara di avere un nucleo della Polizia municipale individuato ad effettuare specifici controlli e il 68,13% dichiara di aver dotato il proprio personale di lettore microchip.
Ampio il range tra città rispetto all’efficienza dei controlli dichiarati: si passa da Pistoia che recupera 272,97 euro/controllo effettuato a Lecco con soli 0,98 euro/controllo effettuato. Quasi tutte le aziende sanitarie locali dichiarano di intervenire per il rispetto delle regole e il contrasto del maltrattamento degli animali (86,3%) e quasi tutte dichiarano di aver fornito di lettori microchip il proprio personale (95,89%).
Rispetto alla biodiversità in città, solo il 13,18% dei comuni, meno di 1 su 7, ha una mappatura delle specie animali presenti e poco più di 1 Comune su 4 mette in atto azioni di prevenzione (il 27,47% dei casi) attraverso interventi con metodi ecologici nel 23,07% dei casi, approvando misure nei regolamenti edilizi nel 10,98% dei casi e realizzando infrastrutture per evitare incidenti stradali nell’6,59% dei casi.
Tra le aziende sanitarie, meno di 1 azienda su 2 monitora per gli aspetti sanitari le specie animali sinantrope (il 42,46% dei casi). Rispetto alle aree dedicate, portare a spasso un cane a Taranto è evidentemente complicato e richiede spesso buone gambe o spostamenti in auto visto che risulta esserci una sola area cani per 218 km,  mentre sarà più semplice a Pordenone dove le zone dedicate sono una ogni 2,5km.
Sulle norme specifiche per animali, l’89,01% dei comuni dichiara di avere un regolamento per la corretta detenzione degli animali in città, mentre in relazione all’accesso ai locali pubblici e negli uffici in compagnia dei propri amici a quattro zampe è regolamentato in 2 Comuni su 3 (nel 64,83% dei casi). Per la fruizione delle coste, al mare e/o al lago, dove regole chiare aiutano una buona convivenza, tra le 36 amministrazioni comunali costiere che hanno risposto al questionario, il 50% ha adottato un regolamento per l’accesso degli animali.


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Circhi senza animali presto una realtà: con ddl 2287 di Franceschini e Padoan anche l’Italia con i 21 paesi europeei ch hanno gia’ introdotto divieti

30/03/2016

Conto alla rovescia per i circhi senza animali. La LAV è portavoce della soddisfazione di molti nell’apprendere, con estrema soddisfazione la notizia del Disegno di Legge n.2287, presentato dal Ministro dei beni e delle attività culturali Franceschini, in concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan il 16 marzo 2016, che prevede la “revisione delle disposizioni in tema di attività circensi, specificamente finalizzate alla graduale eliminazione dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse”. “Non possiamo che applaudire questa scelta del Ministro Franceschini – dichiara la LAV – che finalmente consente di riallineare l’Italia con la maggioranza dei Paesi Europei che hanno già emanato divieti totali o parziali di utilizzo degli animali nei circhi, allineandosi ad una concezione di spettacolo e di rispetto degli animali più al passo con la sensibilità collettiva. ” Sono infatti già 21 i Paesi che in Europa hanno introdotto divieti di utilizzo degli animali nei circhi: da quelli totali (Cipro, Grecia, Malta), a quelli relativi agli animali selvatici (tra gli ultimi ad approvare leggi di questo tipo i Paesi Bassi nel 2015, la Norvegia nel 2014 ed il Belgio, nel 2013), a limitazioni parziali relative ad alcune specie (Tabella) Questi progressi della normativa sono dovuti anche a inequivocabili prese di posizione da parte del mondo scientifico. Risale infatti ad agosto 2015 la posizione ufficiale della Federazione Europea dei Veterinari secondo la quale “l’uso di mammiferi esotici, specialmente elefanti e grandi felini (leoni e tigri), nei circhi riflette una visione tradizionale, ma obsoleta, degli animali selvatici. Questi animali hanno lo stesso patrimonio genetico dei loro simili che vivono in natura, e mantengono perciò gli stessi comportamenti istintivi e bisogni naturali” che “non possono essere soddisfatti in un circo itinerante; soprattutto in termini di alloggi e di rispetto alla possibilità di esprimere comportamenti normali” e raccomanda pertanto a “tutte le autorità Europee competenti di proibire l’utilizzo di mammiferi esotici nei circhi in quanto non vi è affatto la possibilità che le loro esigenze fisiologiche, mentali e sociali, possano essere adeguatamente soddisfatte”, precisando poi come non ci sia “alcun beneficio di carattere di conservazione, ricerca o educazione che possa giustificare l’uso di animali esotici nei circhi” “La società continua a cambiare, a evolvere – dichiara la LAV – e con essa la visione dello sfruttamento degli animali utilizzati, in particolar modo di quelli utilizzati a fini di spettacolo. Nel 1968, quando in Italia fu emanata la normativa attualmente in vigore in tema di circhi, l’Italia riteneva che questi spettacoli avessero una funzione sociale, mentre oggi il 71,4% degli Italiani, secondo l’ultimo rapporto Eurispes, è fermamente contraria allo sfruttamento degli animali nei circhi. Ci auguriamo che anche il mondo del Circo possa cogliere questa storica occasione e che questo Disegno di legge possa essere un’opportunità di riconversione dei Circhi con animali”. Così in un comunicato stampa della LAV.


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Leonardo DiCaprio lancia una petizione in difesa degli elefanti minacciati dalla palma da olio

30/03/2016

Dal World Economic Forum di Davos, l’attore premio Oscar Leonardo DiCaprio, aveva annunciato un consistente investimento per sostenere la tutela del patrimonio delle foreste in tutto il mondo, dall’Ecuador a Sumatra. Questi enormi patrimoni naturali sono a rischio a causa dell’inquinamento e dello sfruttamento delle risorse, come nel caso delle foreste distrutte per la produzione di olio di palma.
Le foreste pluviali di pianura dell’Indonesia rappresentano inoltre l’ultimo habitat al mondo per l’elefante di Sumatra; una animale che rischia l’estinzione. Lo ha ribadito l’attore americano intervenendo pubblicamente in difesa della foresta di pianura delle province Indonesiane dell’Aceh e del Nord Sumatra (Leuser Ecosystem)
“In queste foreste – ha affermato DiCaprio – vi sono gli antichi percorsi migratori ancora utilizzati da alcuni degli ultimi branchi selvaggi di elefanti di Sumatra. L’espansione delle piantagioni di olio di palma sta però frammentando la foresta tagliando alcuni percorsi chiave. Questo – ha concluso DiCaprio – rende più difficile per le famiglie di elefanti trovare adeguate fonti di cibo e acqua”.
DiCaprio ha inoltre invitato a firmare una petizione indirizzata la Presidente della Repubblica Indonesiana.


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Domani a Roma il primo “ivory crush” italiano, l’avorio sarà distrutto al Circo Massimo

30/03/2016

L’inesorabile sterminio degli elefanti per impossessarsi delle loro preziose zanne sembra non avere fine. Se tutto il mondo non farà sentire la sua condanna decisa questi splendidi animali presto spariranno. Come evidenziato sulla stampa.it, all’inizio del XIX secolo in Africa vivevano circa 25 milioni di elefanti. All’inizio del XX secolo ne erano rimasti 5 milioni. Oggi si stima che, in tutto il continente africano, rimangono circa 350.000 elefanti, ma con un tasso di 35.000 elefanti uccisi ogni anno per il loro avorio, la loro fine è vicina. Il traffico d’avorio ha anche un costo umano con centinaia di persone uccise o ferite negli scontri tra forze dell’ordine e cacciatori di frodo, migliaia incarcerate o spinte verso altre forme di crimine. Dietro, c’è corruzione a tutti i livelli, riciclaggio di denaro sporco e molte armi: un traffico che finisce anche per finanziare reti criminali internazionali, trafficanti di esseri umani, milizie e organizzazioni terroristiche. Con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e dei governi di tutto il mondo, molti Paesi hanno simbolicamente distrutto l’avorio confiscato negli anni durante cerimonie pubbliche, dette “Icrush”, nelle più importanti città del mondo. Tra i Paesi che finora hanno distrutto pubblicamente i propri stock di avorio ci sono Stati Uniti (già due volte), Cina, Francia, Belgio, Filippine, Kenya, Gabon ed Etiopia. Un’azione simbolica che si è trasformata in movimento che ora arriva in Italia con il primo ‘Ivory crush’ nel nostro Paese, previsto il 31 marzo alle ore 17 a Roma, al Circo Massimo.


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