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Maximus, gatto russo, con i suoi dieci chili è un vero peso massimo

28/10/2014

Maximus, di nome e di fatto, è un gatto dalle dimensioni fuori dal normale: pesa oltre 10 chilogrammi e il suo aspetto non è certo quello del povero micino indifeso.
Il maxi gatto vive in una tranquilla famiglia russa, nella città di Petrozavodsk.
I suoi proprietari, Leon e Eugenia Korovin, lo hanno comprato come regalo di nozze nel 2009.
In Russia, quando una coppia di sposi inaugura la nuova casa, lascia che il primo ad entrare per allontanare gli influssi negativi sia un gatto e spesso il piccolo felino resta in famiglia diventando il portafortuna della casa.
“Quando abbiamo scoperto Max – ha commentato Eugenia – abbiamo voluto tenerlo con noi, sia la madre che il padre erano dei gatti di grande taglia, e si vede – sorride la donna – E’ grande ma è estremamente agile: con noi è molto gentile”.
Per tenerlo in forma, Leon e Eugenia gli fanno fare delle lunghe passeggiate, tutti i giorni. Nel tentativo che perda qualche chilo.


Categorie: Curiosità

Stormi di gru stanno arrivando nei cieli italiani, seguiamo e segnaliamo il passaggio di queste splendide e maestose creature

28/10/2014

Due metri e venti di apertura alare, zampe lunghe, collo snello. La gru, splendido migratore citato da Dante nella Divina Commedia, è in arrivo nei nostri cieli. Viaggia in stormi di decine, talvolta centinaia di individui. E gli appassionati di uccelli sono già pronti per accoglierli. Ornitho.it, il più importante portale di raccolta di informazioni sugli uccelli di cui la Lipu-BirdLife Italia è partner, insieme al Ciso (Centro taliano studi ornitologici), Ebn Italia, il Museo di Trento e numerose organizzazioni regionali, è pronto per pubblicare le segnalazioni di ornitologi e cittadini, che potranno dunque contribuire ad aumentare le conoscenze sulla migrazione di questa importante specie partecipando attivamente a un progetto di citizen science.
Partita dall’Europa nordorientale (Polonia, Ungheria, Germania, Austria e Svizzera) nelle scorse settimane, la gru può scegliere due rotte migratorie: quella che la porta verso i quartieri invernali della Francia del Sud e della Spagna, toccando l’arco alpino e la pianura padana. O quella che punta al Nordafrica (dalla Tunisia al Marocco), attaverso i Balcani, l’Adriatico, il Tirreno meridionale e la Sicilia.
Seguire la migrazione di questo straordinario uccello sarà più facile per gli insonni: la gru, infatti, migra anche di notte, e i suoi intensi richiami possono facilmente essere individuati con il semplice ascolto Per esercitarsi a riconoscerne il suono cliccare qui.
Per seguire lo spostamento dei gruppi in migrazione, Ornitho propone un nuovo strumento che permette di inserire in tempo reale l’osservazione, perfettamente georeferenziata: i seguaci dello smartphone possono infatti utilizzare la app scaricabile da ornitho.it, grazie alla quale l’orario dell’avvistamento è registrato in automatico. Tutti gli altri indicheranno invece ora e minuto nella casella della data, dal portale.


Categorie: News dal Mondo

Patente guida per cani a 25 "padroni modello" nel napoletano. A Casamarciano corso obbligatorio per chi ha un amico a 4 zampe

28/10/2014

Patente di guida per cani e’ quanto ci arriva da una terra bellissima ma spesso tormentata nel rapporto con gli animali come il napoletano dove 25 proprietari di cani di Casamarciano hanno ottenuto riconoscimento di “padroni-modello”, dall’amministrazione comunale che ha organizzato un corso obbligatorio di due giorni rivolto ai possessori dell’amico a quattro zampe.
Ad andare a scuola, questa volta, non sono stati i cani, ma i loro padroni, che hanno ottenuto un patentino al termine del corso, organizzato in collaborazione con l’Asl, la Regione Campania, il Criuv (Centro di riferimento regionale per l’igiene urbana veterinaria) e l’Ordine dei medici veterinari della Provincia di Napoli, culminato con un test.
Il Comune di Casamarciano e’ il primo dell’area nolana ad avere organizzato il corso per i padroni dei cani, che nella due giorni hanno approfondito diversi argomenti: dal benessere di ‘fido’, al suo comportamento, passando per la storia del quadrupede e i suoi modelli comunicativi. Al termine del percorso, i primi 25 proprietari di cani dell’area nolana hanno ricevuto il patentino.
“Oltre alla valenza economica e sociale – ha affermato il sindaco Manzi – il corso ha costituito anche un investimento culturale interessante perche’ ha dato risalto al millenario rapporto, ormai inscindibile, tra l’uomo e il cane. Spero che anche gli altri Comuni dell’area nolana ci seguano e comprendano l’opportunita’ di questa iniziativa anche in vista dell’abbattimento dei costi legati al randagismo”. Per l’assessore alla Sanita’, Francesco Buono, l’obiettivo dell’amministrazione attraverso l’iniziativa, era anche una “riduzione del randagismo, con benefici effetti economici sulle casse comunali visti i costi di mantenimento dei randagi nei canili, ma anche un aumento della sensibilita’ e dell’educazione civica dei proprietari con effetti sul rispetto del decoro urbano”. 


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Condannato a estinguere la pena in canile, giovane decide di restare in servizio come volontario

28/10/2014

Era stato condannato a venti giorni di arresto e ad un’ammenda di 750 euro per guida in stato d’ebbrezza, ma – ottenuta dal giudice la possibilità di scontare la pena con lavori di pubblica utilità presso il canile gestito dall’Enpa di Pavia – un 28 enne, innamoratosi dei “quattro zampe” ha deciso di restare in servizio come volontario. La storia raccontata dalle pagine internet de laprovinciapavese.it.
“Era stato fermato in macchina e sottoposto all’alcol test. Il ragazzo, «quasi astemio» secondo la difesa, era stato trovato con un valore di alcol nel sangue superiore al consentito. In effetti era appena uscito da un ristorante, dove aveva accettato di bere un amaro con gli amici. Un drink che era bastato a far scattare la denuncia penale, che si era trasformata in una condanna. Ma il giovane di Zibido è riuscito a trasformare l’esperienza negativa in un dono.
Il giovane, infatti, si è “innamorato” del canile dove il giudice aveva accettato di fargli scontare la pena e, quando ha finito di pagare il suo debito con la giustizia, ha deciso di restare lì, tra i cuccioli e gli animali più sfortunati, a fare il volontario. «Mi sono trovato benissimo e ho scelto di continuare – racconta il ragazzo –. Finire a processo per guida in stato di ebbrezza quando si è praticamente astemi non è una bella esperienza, ma alla fine è proprio vero che non tutto il male viene per nuocere. Gli animali mi piacciono moltissimo, ma solo per un caso fortunato sono finito a scontare la pena al canile. Quando ho fatto il colloquio non sapevo ancora che c’era questa possibilità». Di solito, in effetti, è più facile che si finisca a dare una mano in altre strutture, come le case di riposo per anziani o le comunità. Stavolta, invece, è stato scelto il rifugio dell’Enpa a San Genesio, a Cascina Quadrifoglio, per scontare la pena.
Così, per 23 giorni, il giovane ha dato una mano al canile, affezionandosi ai piccoli amici e «dimostrando affetto ed empatia nei confronti degli animali», secondo la relazione fatta dagli stessi vertici della struttura al termine del periodo di lavoro. Relazione che ha spinto il ragazzo a restare. E anche se il suo lavoro di operaio lo impegna tutti i giorni e potrà dare una mano solo la domenica, «sono contento, perché è quello che voglio – racconta ancora il giovane –. Impegno il mio tempo libero, ma per me non è un sacrificio, perché faccio quello che mi piace e mi appassiona”.


Categorie: News dal Mondo

Pitbull aggredisce e mette in fuga rapinatore del suo proprietario. L’uomo, un pregiudicato, arrestato

28/10/2014

Se non fosse intervenuta Kyra, coraggiosa pitbull, le cose per i due giovani napoletani con cui stava passeggiando, potevano finire male ben diversamente dalla semplice tentata rapina. E’ l’accusa di cui deve rispondere un algerino 57enne gia’ noto alle forze dell’ordine che ha aggredito un 19enne e un 15enne mentre passeggiavano a Napoli lungo corso Umberto I, prendendone uno per la gola per farsi consegnare gli I-phone e quello che avevano in tasca. La rapina non e’ riuscita grazie al cane del 19enne, un pitbull di nome Kyra, che ha attaccato l’uomo mettendolo in fuga. Poco dopo una gazzella l’ha rintracciato, sanguinante vistosamente dal naso. Nel suo zainetto sequestrati un taglierino, due cacciavite e una tenaglia. L’uomo, trasportato al Cardarelli dai sanitari del 118, guarira’ per le ferite da morso al naso, al braccio sinistro e alla regione mammaria destra in 12 giorni e sara’ processato con rito direttismo.


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Botticelle, ispezione della forestale all'ex Mattaoio. I vetturini: "Cavalli in ottima salute", Lav: “Condizioni cavalli inaccettabili”

27/10/2014

Blitz del Corpo forestale dello Stato presso il deposito delle tradizionali botticelle romane (le vetture pubbliche da piazza trainate dai cavalli) nel quartiere Testaccio. Più di 60 uomini, coordinati dal comando provinciale di Roma e dal nucleo investigativo per i reati in danno agli animali (Nirda), su delega della procura della Repubblica di Roma, stanno eseguendo ispezioni e perquisizioni per verificare lo stato di salute e di benessere di circa 70 cavalli, nonché le corrette condizioni igienico sanitarie delle strutture che li ospitano.
Per i vetturini è l’occasione per fare chiarezza. “Il blitz di questa mattina è stato una sorpresa – dice il loro presidente Angelo Sed – e, certo, non ci saremmo aspettati un dispiegamento di forze, di mezzi e un coinvolgimento della comunicazione di questa entità, ma siamo felici di aver dimostrato ancora una volta – come riscontrato dagli accertamenti – che i nostri cavalli godono di ottima salute, ricevono tutte le nostre attenzioni, le nostre cure e il nostro amore, e che tutta la documentazione prescritta dalla normativa è in regola.
Chiarezza chiede anche la Lav esprimendo soddisfazione per l’ispezione: “Si tratta di un’indagine che speriamo faccia finalmente chiarezza su aspetti inaccettabili tollerati dalle varie amministrazioni che si sono avvicendate in questi anni- dichiara la Lega antivivisezione – dalle condizioni dei cavalli, a rischio quotidianamente sulle caotiche strade della Capitale, all’assenza di autorizzazione sanitaria delle stalle, alla clamorosa evasione fiscale, fino alle sistematiche violazioni dei pur minimi Regolamenti comunali”.


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Sabrina, elefantessa dello zoo di Napoli, si è spenta a soli 56 anni. Animalisti chiedono autopsia per accertare eventuali responsabilitá

27/10/2014

E’ morta giovedì mattina, all’età di 56 anni, l’elefantessa Sabrina, uno dei simboli dello zoo di Napoli. L’animale aveva dato sintomi di grave malessere anche nei giorni precedenti che avevano richiesto l’intervento dei medici del Dipartimento Veterinario. Nonostante il rapido intervento e la terapia effettuata, l’elefantessa Sabrina ha cessato di vivere.
Sabrina era nata nel 1958, giunta allo Zoo di Napoli nel 1986, ne era diventata una delle maggiori attrazioni. La sua morte ha suscitato sconforto e il desiderio di capire se quella che per un pachiderma è una morte precoce, poteva essere evitata.
La Lav, l’associazione aninalista, ha chiesto alla Procura della Repubblica di Napoli di disporre un’autopsia indipendente che accerti le cause e le eventuali responsabilita’ della morte allo zoo dell’elefantessa Sabrina, di conoscere a quali terapie era sottoposta e quali sono stati i veterinari coinvolti al fine di verificare che sia stato fatto tutto il possibile per salvarla, ma soprattutto per verificare se la morte e’ dipesa dalle condizioni in cui era detenuta.
L’elefantessa Sabrina, oltre a vivere da sola nonostante sia notorio che gli elefanti sono animali sociali, e’ stata per decenni reclusa in uno spazio privo totalmente di vegetazione e con un esiguo acquitrino. Anche lei non ha avuto modo di ripararsi dagli sguardi dei visitatori da cui la separava una specie di recinzione fatta di punte acuminate, ed anzi e’ stato documentato a piu’ riprese che di giorno le si negava l’accesso al piccolo rifugio cosi’ che potesse essere sempre esposta al pubblico, in perenne violazione della norma in vigore.
Quale che sia la realtà, è comunque l’ennesimo caso di come gli zoo non dovrebbero davvero più esistere. Per nessun animale, neppure per quelli nati in cattività.


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Gatti 'protetti' anche in aree condominiali, il Comune di Catania difende i suoi cittadini felini

27/10/2014

“Nel caso in cui i gatti si siano stanziati all’interno di un condominio, questo diviene il loro habitat naturale e di conseguenza non e’ possibile impedire ai gatti di passare o stazionare nell’area cosi’ come non e’ possibile allontanarli. Ogni attivita’ in tal senso configura maltrattamento degli animali perseguibile civilmente e anche penalmente”. Lo precisa una nota del responsabile dell’Ufficio Progetto Animali, Colonie Feline del Comune di Catania Rosario Puglisi in risposta a numerose segnalazioni pervenute all’amministrazione sulla presenza nel territorio, anche privato, di colonie feline che vengono osteggiate da condomini e cittadini.
“I gatti liberi che vivono sul territorio comunale –come riporta l’Ansa – appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato e sono tutelati dal Comune. Le colonie feline sono protette sul territorio da leggi nazionali e regionali che riconoscono la territorialita’ dei gatti. I felini, tra l’altro, sono considerati fonte di equilibrio per l’habitat circostante.
Come stabilito dal Trattato sul funzionamento dell’Ue, i gatti sono esseri senzienti titolari di diritti quali la ‘vita’ e la ‘cura’. Pertanto e’ sbagliato un approccio culturale e metodologica che li inquadri come oggetti”.
“In particolare – conclude la nota – la legge statale 281/91 e la legge regionale 15/2000 vietano di maltrattare e di allontanare dal loro habitat naturale i gatti che vivono in liberta’, intendendosi per habitat naturale qualsiasi territorio o porzione di esso, edificato e non, dove stabilmente sia insediato un gatto o una colonia felina in liberta’,indipendentemente dal fatto che sia accudita dai cittadini”.       


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Cane randagio muore folgorato per faretto rotto vicino a chiesa di Brindisi. Il suo compagno si salva

27/10/2014

Un cane meticcio e’ stato trovato morto vicino a un faretto rotto, incassato nellapavimentazione pubblica, da cui vi sarebbe stata, secondo quanto accertato, una dispersione elettrica che lo avrebbe folgorato. I fatti si sono verificati a Brindisi all’alba, in quel piazzale molto frequentato durante il giorno anche anche da ragazzini oltre che dai parrocchiani.
Ad assistere ai fatti un residente, che ha chiamato i vigili urbani dopo aver notato il corpo senza vita steso accanto a un altro randagio che invece non aveva subito conseguenze.
Dagli accertamenti e’ emerso che il sistema di illuminazione in questione e’ collegato a un contatore comunale: nei pressi del faretto, accanto al quale si trovava il cane, c’era dispersione di corrente pari a 130 volt, secondo i tecnici pericolosa per gli animali di piccola taglia ma non letale per l’uomo.
Se nessuno darà importanza alla morte di un randagio speriamo si preoccupino almeno per i bambini.


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Anemia infettiva equina: Saphira, cavalla uccisa dall’ignoranza, senza alcuno scrupolo

27/10/2014

Saphira aveva solo 12 anni, era in perfetta salute e aveva una giovanissima proprietaria che la adorava e dalla quale è stata portata via per sempre, ignobilmente caricata su un camion e macellata.
Era il 28 luglio quando l’IHP fu contattata dal padre della ragazza (formalmente proprietario), raccontando che Saphira era stata dichiarata sieropositiva all’anemia infettiva equina a seguito dei test di controllo. Chiedeva aiuto per trovare una soluzione per salvare la vita della cavalla poiché – a suo dire – sia l’Asl che il proprietario del centro ippico che la ospitava a Cazzago San Martino (Brescia) gli avevano prospettato solamente le ipotesi della macellazione o dell’abbattimento.
L’associazione si interessò subito al caso chiedendo copia della documentazione, e contattò il padre della ragazza nuovamente il 31 luglio, scoprendo però con sconcerto che la cavalla era stata inviata al macello il giorno prima.
Da molti anni l’Ihp promuove iniziative per informare proprietari e addetti ai lavori sulla scarsa pericolosità dell’anemia infettiva equina, comprovata sia dai più recenti studi scientifici (presentati anche durante il convegno internazionale del 1 ottobre 2012 promosso dal Ministero della Salute e dal CRAIE, Centro di Referenza Nazionale per l’Anemia Infettiva Equina) che dagli orientamenti normativi. Inoltre, molti cavalli sieropositivi e perfettamente sani sono stati accolti in passato presso il centro di recupero dell’associazione per sottrarli all’isolamento forzato, in assenza di alternative. Questi cavalli vivono liberi e non hanno mai manifestato alcun sintomo riconducibile alla malattia (video).
Alla luce di ciò, l’Ihp ha inviato un esposto all’Ordine dei Veterinari della Provincia di Brescia, per chiedere di far luce sul comportamento dell’Asl che, lungi dal fornire tempo e alternative al proprietario per trovare soluzioni finalizzate al benessere dell’animale – sempre secondo quanto riferito dal proprietario stesso – avrebbe invece avallato le pressioni di alcuni membri del circolo ippico affinché la cavalla venisse “eliminata” al più presto, visto che la sua permanenza avrebbe prolungato il fermo sanitario della struttura: poiché la cavalla era stata registrata sul passaporto come DPA, niente di più facile che mandarla velocemente al macello. Tale comportamento sembra non solo eticamente inaccettabile, ma anche non in linea con l’orientamento del Ministero che, col passare del tempo dall’avvio del primo piano di controllo, ha sempre più modulato le ordinanze e le circolari a favore del mantenimento in vita e in condizioni di benessere degli equidi sieropositivi.
Oltre a questa considerazione generale, l’associazione ha denunciato due circostanze gravi:
1) Nell’Ordinanza n.6 del 30/07/2014 dell’Asl di Brescia, al punto d) viene disposto “l’isolamento del cavallo F. Saphira microchip 968000004927778 in un box nettamente separato, fino alla macellazione o alla soppressione con metodo eutanasico”: quest’ultima frase lascia intendere la possibilità di sopprimere un cavallo sieropositivo AIE, cosa che invece non è contemplata dalle vigenti normative ed è anche considerata non accettabile dal codice deontologico dei veterinari di Brescia, che all’art. 34 recita: “L’eutanasia dell’animale è atto esclusivamente Medico Veterinario, rientra nell’etica professionale del Medico Veterinario può essere effettuata al fine di evitare all’animale paziente sofferenza psico-fisica e/o dolore inaccettabili e nei casi consentiti dalla legge. E’ responsabilità professionale del Medico Veterinario garantire, quando si deve interrompere la vita di un animale, che ciò sia fatto con il maggior grado di rispetto possibile e con l’impegno a indurre la morte nella massima assenza di dolore e stress possibile.”
2) Nel Mod.4 di trasporto non viene specificato se l’equide sia DPA oppure no.
«E’ inaudito che nel 2014, a distanza di così tanti anni dalla prima Ordinanza emanata dal Ministero della Salute, si debba assistere ad una simile brutalità che non ha alcuna giustificazione. Dopo anni di nostre battaglie, anche i maggiori esperti di malattie infettive sono concordi nell’affermare che l’AIE ha un rischio di trasmissione e di sviluppo talmente basso da non richiedere più un piano di controllo nazionale – dichiara Sonny Richichi, presidente IHP – Uccidere un cavallo perché positivo al test di controllo è un gesto inaccettabile. Saphira è stata destinata a una fine orribile dopo solo un giorno dal sequestro sanitario, senza dare al proprietario nemmeno il tempo di trovare una soluzione. Confidiamo in una ferma presa di posizione dell’Ordine dei Veterinari e della FNOVI (federazione Nazionale dell’Ordine dei Veterinari Italiani).»


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Quando a dare la vita per l’amico quattrozampe sono gli umani: a Venezia una donna e a Borghetto Mincio un uomo annegano nel tentativo vano di salvare i propri cani (video)

27/10/2014

La notizia che un cane dia la vita per salvare il suo umano è quasi una non notizia tanto sono frequenti le dimostrazioni di abnegazione da parte dei quattrozampe. Ma anche gli umani sanno dare prova di amor e coraggio come la signora annegata dopo essersi lanciata in mare nel vano tentativo di salvare il suo cane. Il corpo della signora, veneziana, e quello dell’animale sono stati trovati solo il giorno dopo per il forte vento e mare mosso al momento dell’incidente.
Un medico mantovano di 40 anni e’ morto annegato a Borghetto sul Mincio nel tentativo di salvare il suo cane che era finito in un canale. La tragedia si e’ consumata in presenza della compagna dell’uomo. Il medico non ha esitato a buttarsi in acqua per portare in salvo il suo cane ma e’ stato trascinato dalla corrente e non e’ piu’ riemerso. La donna ha dato l’allarme e il cadavere e’ stato recuperato dai vigili del fuoco. Il cane ha seguito il suo padrone nel tragico destino; alcuni passanti lo hanno scorto galleggiare a qualche chilometro di distanza dal luogo dell’incidente.
Gli uomini quando si ricordano di essere tali sono in grado di compiere gesti di incredibile amore e altruismo nei confronti degli animali. Si tratta spesso di azioni eroiche, portate a termine senza che i loro autori si preoccupassero di mettere in pericolo la loro stessa incolumità. Azioni che spiegano nel migliore dei modi il senso ed il valore della parola “umanità”. Un video che ne documenta alcune.


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Balto, pastore cecoslovacco accoltellato da un energumeno in una via di Ala (Trieste), rischia di morire per aver difeso la sua proprietaria

24/10/2014

Gli animali hanno la dote di percepire al volo i sentimenti e gli stati d’animo umani. Quando tra due persone c’è tensione, quando qualcuno alza la voce, loro se ne accorgono e reagiscono d’istinto. Forse è proprio per questo sesto senso naturale che un cane ha deciso di aggredire l’uomo che stava minacciando la sua padrona, è intervenuto per difenderla, e in cambio ha ottenuto una coltellata al collo che lo ha lasciato in fin di vita.
Il ferimento della bestiola è avvenuto martedì, attorno a mezzanotte, in centro ad Ala come riportato da ladige.it. Sembra che tutto sia partito da un litigio tra una donna e un uomo albanese, forse per un apprezzamento di troppo. I due hanno alzato la voce; sembra che l’uomo fosse particolarmente arrabbiato e allora sul posto sarebbe intervenuta un’amica di lei, che stava portando a spasso il cane, un pastore cecoslovacco di un anno di nome Balto. La ragazza si è fermata con la coppia e avrebbe cercato di calmare gli animi; era preoccupata per la sua conoscente ed è rimasta in strada per verificare che l’alterco non degenerasse in violenza fisica. A quel punto, forse per un movimento repentino e aggressivo del ragazzo, l’animale domestico ha attaccato l’albanese, mordendolo. Una ferita da poco, ma che ha mandato su tutte le furie l’uomo.
Abbandonata la coppia di amiche con il cane che ancora ringhiava, il giovane, claudicante, ha raggiunto la sua casa, che dista pochi passi, ed è sceso con in mano un lungo coltello. Le ragazze sono state prese alla sprovvista dalla furia vendicativa del loro conoscente e non sono riuscite a scappare. L’uomo si è avventato su Balto, l’animale ha provato a difendersi, ha abbaiato, ma non poteva molto contro un uomo armato e il fendente lo ha colpito in pieno, dietro la mandibola. La bestiola ha guaito forte, si è accasciata a terra con un fiotto di sangue che usciva dal collo. Mentre l’aggressore si dileguava nei vicoli del centro storico, le ragazze, in preda al panico, hanno raccolto il corpo del cane e sono corse nel bar più vicino, con i vestiti macchiati e le lacrime agli occhi. Da lì il gestore ha chiamato subito i carabinieri e il veterinario, che ha lo studio a pochi passi da dove è avvenuta l’aggressione.
Il dottore ha subito capito che si trattava di una situazione disperata: l’uomo aveva veramente cercato di sgozzare la bestiola ed era quasi riuscito nel suo intento. La lama del coltello è arrivata vicino ai vasi sanguigni più importanti e li ha recisi, causando un’emorragia che ha raggiunto i polmoni.
Al momento di sedarlo, la ferita si è riaperta. Il cane era gravissimo e per questo è stato predisposto il trasferimento in una clinica di Salò, attrezzata per gli interventi chirurgici d’urgenza e per le trasfusioni. Per tutta la notte il pastore cecoslovacco è rimasto sotto i ferri, ma a ieri le sue condizioni non erano ancora migliorate troppo. Balto è ancora in fin di vita e le prossime ore saranno determinanti per capire se si potrà riprendere.


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