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Detenuta chiede aiuto per la sua piccola colonia felina nel carcere di Torino. Arrivano 500 chili di cibo per i mici

02/08/2014

All’associazione onlus Gaia Animali e Ambiente è arrivata lettera scritta a mano proveniente dalla casa circondariale di Torino. Questo il contnuto: “Sono detenuta presso il carcere di Torino, mi chiamo M.P. e dopo una lunga fatica durata circa 18 mesi sono riuscita ad ottenere il permesso per dare da mangiare alla colonia felina che vive all’interno del carcere, ai quali però non è permesso entrare nelle sezioni. Per avere, anche saltuariamente, un’aiuto per una fornitura di cibo per i gatti, (al momento compero attraverso un volontario le scatolette e i croccantini) mi sono rivolta all’amministrazione comunale. Poi sono venuta a sapere Ho letto che la vostra associazione ha recuperato un numero infinito di scatolette per i mici donati da Almo Nature, so che la mia richiesta è atipica dato che sono nella regione del Piemonte, ma non so a chi altro rivolgermi. Confido in voi per essere indirizzata a chi può aiutarmi o meglio può aiutare i miei gatti”.
Detto fatto, Almo Nature ha risposto come sempre con generosità e il primo carico di cibo, tutti prodotti di alta qualità, è partito in questi giorni alla volta del carcere di Torino, dove le guardie lo consegneranno alle detenute responsabili di nutrire i gatti, le quali gestiscono autonomamente il “giro pappa”.
Dall’1 Maggio al 30 Giugno, Almo Nature si è impegnata insieme a Gaia Animali & Ambiente, per raccogliere pasti per gatti e cani in difficoltà attraverso la Love-Food, la riserva alimentare creata da Pier Giovanni Capellino, Fondatore e Presidente di Almo Nature, per alleviare le difficoltà alimentari di cani e gatti attraverso il sostegno diretto dei loro padroni e dei canili in difficoltà.
Grazie all’impegno delle associazioni e dei volontari in prima persona, anche quest’anno la Love-Food è stata un successo: 760.000 pasti per fornire un aiuto concreto a chi è in difficoltà.


Categorie: News dal Mondo

Quattro gattini di razza pignorati a una signora russa perchè non paga i debiti. L’Italia non è da meno

02/08/2014

Una signora nullatenente di Tomsk, in Siberia, con un debito pari a 40.000 rubli e non in grado di onorare si è vista pignorare le uniche “cose” di valore che possiede: i suoi quattro gattini di razza Scottish Fold. I micetti sono particolarmente preziosi per la proprietaria non solo per il pedigree ma per l’affetto che la lega a loro.
I mici sono stati “messi sotto sequestro”come bene esigibile dagli ufficiali giudiziari ma lasciati a casa della signora che potrà venderli personalmente o attendere che lo faccia il tribunale. L’increscioso episodio è accaduto in una regione della Russia dove peraltro le confische di animali come pegno o pagamento di debiti non sono un’eccezione. La settimana scorsa un uomo ha preferito uccidere e mangiare il suo unico cavallo piuttosto che consegnarlo agli ufficiali giudiziari che lo avrebbero comunque portato almacello per coprire i suoi debiti.
Il nuovo caso è raccontato, in un comunicato pubblicato dalle agenzie russe, dagli stessi funzionari che hanno eseguito il sequestro. “In seguito all’ordine disposto da un tribunale, è stato bloccato il conto bancario della donna, che però è risultato vuoto, e l’unico asset che poteva essere bloccato sono risultati quattro gattini di razza purissima “.
La vendita dei gattini porterà tando dolore ma non estinguerà il debito pari a 830 euro visto che ogni  micio è stato valutato a meno di 65 euro.
Il sequesto di animali, come se fossero oggetti, non avviene solo in una terra ai confini del mondo, anche qui da noi, in Italia sono avvenuti casi simili. Lo scorso febbraio il Tribunale di Brescia ha messo all’asta un “lotto” composto da due cani labrador e una bicicletta per 920. Attimi di incredulità e poi le proteste di quanti ritengono gli animali esseri senzienti e parte della famiglia.


Categorie: News dal Mondo

Si parte…che fare se incontriamo un animale abbandonato?

01/08/2014

Comincia con il primo week end di agosto quello che una volta si chiamava il grade esodo, sinonimo di viaggi interminabili lungo la penisola per raggiungere le località di villeggiatura. Ora, a causa della crisi, niente “bollini neri” al massimo rosso pallido. Però gli spostamenti e i viaggetti ci saranno ancora come il deprecabile fenomeno dell’abbandono estivo degli animali.
A tutti noi potrà capitare d’incontrare un animale vagante lungo le principali arterie del traffico. Certi che non vi girerete dall’altra parte facendo finta di non aver visto o pensando che ci penserà qualcun altro, vi proponiamo una guida per aiutare gli animali abbandonati prestando loro soccorso in maniera adeguata, affrontando prontamente la situazione e salvare così quattrozampe da un tragico destino.
Ognuno di noi infatti nel suo piccolo può dare il suo contributo ed aiutare in un animale in difficoltà. Vediamo come.
Come chiamare i soccorsi
La legge 281 ed il Regolamento di Polizia Veterinaria stabiliscono che i canili sanitari siano le sole strutture autorizzate al ritiro dei cani vaganti sul territorio sprovvisti di guinzaglio e museruola. Chiunque rinvenga un cane vagante deve consegnarlo al più presto al canile competente per territorio.
Se il rinvenimento accade durante gli orari di chiusura della struttura (o in giorni festivi), il cittadino deve provvedere a custodire l’animale fino al giorno dopo, salvo nel caso in cui l’animale sia ferito o gravemente malato: in questo caso il cittadino deve avvisare la Polizia Municipale richiedendo di fare intervenire il Veterinario ASL che deve provvedere a far ritirare il cane in canile ed a prestargli le cure necessarie. Il Servizio Veterinario della ASL è operativo 24 ore su 24.
Se vi trovaste al frequente “scaricabarile” oltre al classico numero verde dell’Enpa, l’ente a protezione degli animali, ovvero l’800253608, oppure il 1515, esistono anche applicazioni per tablet, iPhone e iPad, che permettono di segnalare in tempo reale l’abbandono dell’animale. Esistono poi numerose associazioni che si occupano volontariamente di soccorrere gli animali, che hanno bisogno di assistenza fisica e psicologica, giacché si tratta di un grosso trauma per loro: segnarsi i loro numeri di telefono può rivelarsi molto prezioso e con un piccolo gesto potrete letteralmente salvare la vita ad un cane.
Come capire che si tratta di un cane abbandonato
Anche se non abbiamo assistito all’abbandono, esistono dei segnali per capire che il cane che vediamo per strada è stato abbandonato: l’animale avrà infatti la coda tra le zampe, tremerà vistosamente e apparirà completamente spaesato. Bisogna avvicinarsi con gesti lenti e voce calma per non spaventarlo ulteriormente, rincorrerlo potrebbe aggravare la situazione, e scappando l’animale potrebbe essere investito da un’auto. Il modo più semplice per conquistare la sua fiducia è utilizzare cibo ed acqua, se li avete con voi: con un po’ di fortuna vi seguirà fino in auto e potrete portarlo al canile più vicino.
Segnalare abbandono e maltrattamento
Il maltrattamento degli animali è un reato perseguibile dalla legge, punito con la reclusione sino a 15 mesi e una pena pecuniaria che va dai 3mila ai 18mila euro: è possibile presentare una denuncia ad un organo di Polizia Giudiziaria sia di persona che attraverso una telefonata. Se presentate una formale denuncia, essa va scritta su un normale foglio bianco, ed indicare le generalità di eventuali testimoni di cui si è a conoscenza. Infine vanno riportate le nostre generalità, con indirizzo di domicilio, la data e una firma leggibile.
Cosa fare se prendiamo l’animale con noi
Se per qualsiasi motivo decidiate di tenere con voi il cane in attesa di ritrovare il proprietario o di accoglierlo nella vostra famiglia, si deve segnalare il ritrovamento al competente Servizio Veterinario della ASL per evitare di incorrere nell’ipotesi di reato di appropriazione indebita. Poi è bene far controllare da un veterinario le condizioni di salute e igieniche dell’animale e prestare le cure necessarie in caso vi siano segni di ferite e violenze.
Non tutti hanno questa sensibilità verso un animale quindi informatevi se una volta arrivati nella località di vacanza prescelta sarà possibile tenere l’animale con voi. In caso contrario è meglio contattare un’associazione o recarsi al canile più vicino o in una pensione dove si prenderanno cura di lui.
 


Categorie: Curiosità

Giraffa trasportata su un tir in Sudafrica muore sbattendo la testa contro un ponte, la sua compagna sopravvive. Infuriano le polemiche

01/08/2014

Anche i bambini sanno che le giraffe hanno il collo lungo, l’unico a non saperlo sembra essere l’autista del tir che trasportando con due giraffe lungo l’autostrada alle porte di Pretoria ha causato la morte di uno degli esemplari e il ferimento dell’altro.
L’assurda vicenda è stata raccontata su twitter da diversi testimoni che hanno visto passare un camion scoperto con all’interno due esemplari di giraffa, il cui collo fuoriusciva completamente dal mezzo.
L’incidente mortale è avvenuto quando il camion è passato sotto un ponte, troppo basso aperchè le giraffe potessero passare indenni. Uno delle due infatti ha sbattuto violentemente la testa e, purtroppo, l’impatto è stato fatale, provocando la rottura del collo.
Sempre secondo i testimoni. gli animali avrebbero sbattuto la testa più volte contro i viadotti ed ostacoli vari presenti sulla strada, senza che l’autista del camion si rendesse conto dell’accaduto. Poi quell’ultimo e fatale colpo.
“Ho solo sentito un colpo e poi ho visto il sangue” ha raccontato Thius Botha che ha anche scattato e twittato una foto.
“La giraffa è morta per un trauma cranico, stiamo indagando per stabilire, eventualmente se ci sono stremi per accuse penali ai danni dei responsabili”, ha spiegato ai media locali Rick Allan, il capo della società per la prevenzione della crudeltà verso gli animali.
La legge in materia di trasporto animali prevede che questi non debbano sporgere dal mezzo adibito al trasporto è quindi assurdo che nel caso delle due giraffe né il conducente del tir né chi l’avrà certamente aiutato a caricare gli animali non abbiano pensato alla tragedia che si è puntualmente verificata.


Categorie: News dal Mondo

Chiude Centro rapaci Lipu del Mugello: mancanza di fondi. Un duro colpo per animali selvatici in difficoltà

01/08/2014

Sono 1.500 tra rapaci, ricci, scoiattoli, che da oggi non trovano più accoglienza nel Centro Lipu di Vicchio (Fi). “Senza il già scarso contributo della Provincia di Firenze, il Centro è stato costretto a sospendere le attività. Tuttavia non sappiamo rispondere ai tantissimi cittadini che si chiedono chi stia curando gli animali selvatici in difficoltà nella città e nella provincia di Firenze”.
Questo è quanto affermano i volontari del Centro Lipu di Vicchio che, dopo oltre vent’anni di attività al servizio degli animali selvatici e dei cittadini di Firenze e provincia, ha dovuto sospendere le proprie attività per mancanza di risorse, suscitando le proteste nei confronti delle amministrazioni da parte dei cittadini, associazioni animaliste e ambientaliste oltre che numerose interrogazioni nei consigli provinciali e regionali.
La sospensione delle attività del centro è stata decisa per l’impossibilità della Provincia di contribuire alle spese del Centro per il 2014, salvo però finanziare la Asl per le attività di recupero della fauna.
Il Centro Lipu, operativo 365 giorni all’anno, ricovera le specie più varie, dai piccoli uccelli insettivori come il codibugnolo, fino a rapaci come il biancone e a vari piccoli mammiferi, con 200-300 ospiti fissi e circa 1.500 ricoveri annui, cui vanno sommate le migliaia di telefonate e richieste di aiuto che ogni anno giungono dai cittadini di Firenze. Ora tuttavia il caso si allarga. Chi, come e in quali strutture sta curando e riabilitando gli animali selvatici a Firenze? Domanda a cui non ha avuto risposta la Lipu e nemmeno le altre associazioni.
Se le risposte non arriveranno, ulteriori chiarimenti saranno richiesti con forza alla Regione, che per legge risponde della materia, e allo stesso Comune di Firenze, nel quale il Centro Lipu svolge la maggior parte delle attività, preziose e forse insostituibili per la città nel suo complessoe non solo.


Categorie: News dal Mondo

Messico, cane ferito in autostrada mentre le auto sfrecciano accanto senza fermarsi. Signora rischia la vita per salvarlo (video)

01/08/2014

Una signora di Città del Messico ha messo a repentaglio la propria vita per salvare un cane ferito in autostrada. Una prova di straordinaria umanità che merita tutta la nostra ammirazione.
Il cane era sul bordo di un’autostrada messicana. Era ferito, perché era stato colpito da un’auto. Rannicchiato, sotto choc e spaventato dai mezzi che continuavano a sfrecciare con indifferenza. Ma Brave Vero Salgado, 35 anni, innamorata degli animali, non poteva abbandonare quella creatura al suo destino. E così ha deciso di intervenire. E lo ha fatto con una cospicua dose di coraggio: per raggiungere il cane, infatti, la donna ha dovuto attraversare a piedi quattro corsie di quell’autostrada senza che i mezzi si fermassero o rallentassero. 
“Nessuno voleva fermarsi o rallentare per me o per il cane – racconta la donna -. Dire che non ero spaventata sarebbe una bugia, ero terrorizzata e il mio cuore batteva più velocemente di quanto avrei mai potuto fosse possibile”.
Ma quel cane non poteva essere lasciato morire in maniera barbara. Così, corsia dopo corsia, la signora Vero Salgado è riuscita ad avvicinarlo. Ma non finisce qui: il cane, nervoso e spaventato, si è alzato e, zoppicando vistosamente, si è allontanato da lei.
“Sapevo che avrei dovuto avere pazienza – dice la 35enne -. Ho cercato lentamente di convincerlo a fidarsi di me. Mi sono mossa lentamente sino a quando sono riuscita ad avvicinarlo e a mettergli un guinzaglio intorno al collo”.
Tre minuti filmati da un suo amico rimasto in auto con la figlia della donna. Per ritornare da loro, Vero Salgado ha dovuto prendere il cane in braccio. Un ultimo sforzo prima di salire in macchina e portarlo dal più vicino veterinario per le cure. E salvargli la vita.
A dare la notizia che ci scalda il cuore, quando troppe notizie ci parlano di cani bruciati, lapidati, trascinati con le auto fino alla morte (tutti uomini i criminali), è stata ripresa da lazampa.it.


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Doppio fiocco azzurro al Bioparco di Roma: nati due cuccioli di Licaone specie a rischio estinzione. I bambini sceglieranno i loro nomi

01/08/2014

Al Bioparco di Roma la cicogna ha lasciato due fagottini “preziosi”: due cuccioli maschi di licaone. La nascita dei piccoli è stata salutata con molto orgoglio dal Bioparco capitolino che dopo aver seguito la gravidanza della mamma fino al momento del parto, avvenuto in una buca sotterranea scavata dai futuri genitori, ha poi seguito losvezzamento dei cuccioli.
I due nuovi arrivati vanno ad incrementare il numero esiguo dei licaoni presenti in tutto il mondo che conta circa 6000 esemplari.
«La nascita dei due cuccioli ci inorgoglisce – sottolinea il direttore generale del Bioparco, Tullio Scotti – perché siamo riusciti a creare un consistente gruppo sociale per una delle specie a maggior rischio di estinzione del Pianeta; in natura vivono in branchi di circa 20/25 individui, quindi essere arrivati a dieci unità è un ottimo risultato».
Il presidente dell’Uiza (Unione Italiana Zoo e Acquari) si è congratulato «con tutto lo staff del Bioparco». «Questi risultati si ottengono solo quando la passione si coniuga con la competenza di tutti coloro che hanno contribuito a questo successo. Salvare una specie anche fuori dal suo ambiente naturale – conclude Avesani – è una strategia irrinunciabile nell’epoca in cui viviamo, definita da molti ricercatori quella della sesta estinzione di massa delle specie animali».
I licaoni, simili a un incrocio tra iena e cane, con lunghe zampe e grandi orecchie, sono chiamati anche “cani pitturati” per il loro pelo pezzato di nero giallo e beige.
I genitori sono Okla e Chiaro, una giovane coppia di licaoni molto affiatata. Okla ha 3 anni e mezzo, è nata allo Zoo di Duisburg (Germania) ed è arrivata al Bioparco nel 2012. Il padre si chiama Chiaro, è nato nel 2006 allo zoo di Schwering (Germania) ed arrivato al Bioparco nel 2011. I cuccioli non hanno ancora un nome: il Bioparco invita tutti i bambini a suggerire i nomi preferiti per i due fratellini inviando un e-mail. Al Bioparco di Roma sono già presenti altri sei cuccioli di licaone, nati l’anno scorso.


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Cavalli, asini e cani in precarie condizioni igienico sanitarie sequestrati nel Chianti. Allevatore denunciato per stesso reato due anni fa

01/08/2014

Quest’episodio dimostra quanto urgente sia una legge che vieti il possesso di animali a chi è già stato condannato per il reato di maltrattamento di animali.
Tre cavalli, un asino e due cani tenuti in condizioni di semiabbandono, con cibo scarso e in precarie condizioni igienico sanitarie. Sono stati sequestrati in un allevamento di Mercatale Val di Pesa, nel comune di San Casciano (Firenze), a seguito di indagini condotte dai carabinieri. Gli animali sono stati presi in consegna dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato e affidati a un’associazione di Torrita di Siena (Siena). Le indagini sono scattate a seguito di un esposto presentato in procura a Firenze dalle guardie zoofile dell’Enpa.
Sul posto e’ intervenuto anche personale dei servizi veterinari della Asl. Per i due allevatori, padre e figlio, e’ scattata una denuncia per maltrattamento di animali. Due anni fa, viene spiegato in una nota diffusa dall’Enpa, la stessa area era stata sottoposta a sequestro penale nell’ambito di un’indagine per maltrattamento di animali.


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