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Bill Gates ha pubblicato sul suo blog un’infografica che illustra la classifica dei 15 animali più letali per l’uomo: la zanzara è al primo posto

30/04/2014

Bill Gates,impegnato a debellare le parassitosi nel mondo, ha reso pubblica sul suo blog la classifica, per ordine di vittime annue dei 15 animali più letali per l’uomo e le posizioni in graduatoria non mancano di sorprendere.
Lo squalo compare al quindicesimo posto con appena dieci vittime, il cane, il miglior amico dell’uomo, al quarto posto con 25.000 vittime l’anno. Eppure, a guardare i film di Steven Spielberg “Lo squalo” e Lilli e il Vagabondo di Walt Disney non si direbbe.
Al terzo posto ci sono i serpenti, con 50.000 morti l’anno sulla coscienza. Mentre al secondo posto, con 475.000 vittime, compare proprio l’uomo che in base a questa classifica può considerarsi uno dei principali nemici di sé stesso.
L’animale più letale per l’uomo però non ha zanne, artigli e nemmeno le pachidermiche dimensioni di un elefante: è la zanzara.
Da sola, questo minuscolo e insidioso insetto, causa più morti di tutti gli altri animali messi insieme, uomo incluso. Uccide 725 milioni di persone ogni anno ed è causa di sfollamenti e gravi disagi sociali ed economici, per via degli spostamenti che le popolazioni nelle aeree umide sono obbligati ad effettuare verso le zone più interne.
Le zanzare trasmettono la malaria, una malattia diffusa in circa 100 paesi nel mondo di tutti i contenuti Antartide escluso, ma prevalentemente in Africa, che colpisce nella maggior parte dei casi bambini al di sotto dei 7 anni. Il 70% delle morti causate da Malaria riguarda proprio i più piccoli.
Leoni e lupi uccidono insieme appena un centinaio di persone. I coccodrilli hanno mietuto 1000 vittime, elefanti e ippopotami rispettivamente 100 e 500.
Particolarmente letali risultano anche i vermi intestinali. Si tratta di vermi che possono insediarsi nell’intestino umano, causando malnutrizione nell’organismo ospite, dove depositano le uova determinando una morte lenta e dolorosa.
Il verme Tenia è causa di un migliaio di decessi l’anno, mentre l’Ascaris di 2500. Quest’ultimo in tempi recenti è stato particolarmente letale in Cina, a causa della folle usanza di alcune donne di ingerirne volontariamente le uova al solo scopo di dimagrire.grafico_320x200
Dopo i vermi intestinali, nella classifica degli animali più letali per l’uomo pubblicata da Bill Gates figurano 3 piccole creaturine, che si spartiscono equamente 30000 morti l’anno.
Parliamo della lumaca di mare, della cimice assassina e della mosca Tsetse.
Piccole lumache di mare parassite che vivono nei fiumi e nei laghi sono portatrici della Schistosomiasi, una malattia che sopraggiunge allorquando il minuscolo animale scavando nella pelle dell’uomo riesce a deporre le uova. I sintomi sono paralisi, febbre, sangue nel vomito.
La cimice assassina, nome scientifico Trypanosoma cruzi, colpisce prevalentemente le zone povere e rurali dell’America Latina, per lo più in Bolivia. In passato ogni anno causava circa 50.000 morti, ma il recente sviluppo sanitario e l’innalzamento del tenore di vita medio nei paesi rurali, hanno limitato il numero di decessi ad una media di 10000 annui. La cimice è responsabile della malattia di Chargas, una parassitosi che determina gravi insufficienze cardiache, mortali nel 60% dei casi.
L’ultimo di questi micidiali killer è la mosca Tse Tse, che è responsabile della malattia del sonno, drammaticamente diffusa nel continente africano. Il soggetto colpito manifesta febbre, irritabilità, sonnolenza e repentini cambi di personalità.
Da notare che i dati si riferiscono alle morti accertate fuori da ogni ragionevole dubbio. Se si dovessero prendere in considerazione anche tutti quei decessi non riportati nelle zone più povere e a basso tasso di sviluppo, i dati sarebbero almeno triplicati per ognuna di queste specie. (zz7.it)


Categorie: News dal Mondo

Bruna, la maialina dell’isola-carcere di Gorgona, curata e graziata, ha ottenuto lo status di animale rifugiato

30/04/2014

Il veterinario Marco Verdone, che da ventanni si occupa degli animali dell’azienda agricola dove i detenuti dell’isola-carcere della Gorgona, allevano animali, ha annunciato che Bruna è il primo maiale femmina a cui è stato riconosciuto lo status di animale rifugiato.
Bruna è il primo essere senziente, animale non umano, nella fattispecie maiale, che ha ricevuto ufficialmente la “grazia” e al quale è stato attribuito lo “status di animale rifugiato e cooperatore del trattamento” all’interno della fattoria didattica dell’Istituto penitenziario dell’Isola di Gorgona (Livorno). Il Decreto di Grazia per la maialina Bruna è stato ufficialmente consegnato alle insegnanti della scuola per l’infanzia Barriera Margherita di Livorno da parte del Direttore della Casa di Reclusione di Gorgona Isola, Dr. Carlo Mazzerbo. Si tratta di un fatto inedito e di altissimo valore etico e (ri)educativo.
Non è la prima volta che una scuola di Livorno stabilisce una collaborazione con la Casa di Reclusione dell’isola di Gorgona. Oggi la protagonista è Bruna, un giovane maiale femmina che è stata curata per un grave trauma che le impediva di alzarsi in piedi. Bruna è stata seguita a distanza dai bambini della Scuola dell’infanzia Barriera Margherita di Livorno che hanno attivato un progetto centrato sull’esperienza del sé e dell’altro. L’idea di un percorso dedicato alla maialina è stata promossa dell’insegnante Ilaria Casalini, venuta a conoscenza della storia di Bruna dall’amico veterinario omeopata Marco Verdone.
Anche i detenuti di Gorgona e gli Agenti di Polizia Penitenziaria hanno seguito da vicino il percorso di guarigione e ora Bruna, dopo settimane di cure omeopatiche e di attenzioni è tornata a camminare e a grufolare libera con altri suoi simili. La storia però non finisce qui perché i bambini e le insegnanti hanno chiesto e ottenuto dal direttore di Gorgona, Carlo Mazzerbo, il riconoscimento dello status di “animale rifugiato”, vale a dire il riconoscimento del diritto fondamentale alla vita e ad una fine degna, senza lo spettro del macello. Mentre Gorgona riflette sulla relazione umano-non umano, essendosi dotata anche di un’originale Carta dei Diritti degli Animali (pubblicata nel libro a più voci Ogni specie di libertà, Altreconomia edizioni), i bambini hanno aperto uno sguardo sul mondo e, in attesa di incontrare la loro beniamina, stanno aiutando gli adulti a creare ponti di pace e di giustizia. 
Sul sito Ondamica è possibile leggere la richiesta avanzata dai bimbi e insegnanti della scuola e le risposte del Direttore (una lettera rivolta ai bambini e il Decreto ufficiale).
Il Decreto è stato consegnato durante una visita svolta dalle insegnanti inDecreto-Grazia-copia-300x208 Gorgona a metà aprile che ha permesso anche di raccogliere quelle informazioni dirette che aiutano a fare gli opportuni collegamenti per operare scelte consapevoli rispetto alla relazione spesso contraddittoria e violenta che stabiliamo con gli animali non umani.
La storia di Bruna ha aperto nuovi orizzonti restituendo slancio alla storica collaborazione tra le scuole livornesi e il laboratorio vivente, oltre che bene comune, di Gorgona che rappresenta un luogo di reclusione dove sia gli umani che gli animali possono trovare libertà inaspettate e inediti motivi di speranza.


Categorie: Curiosità

Arriva "Cucciolandia", iniziativa volontari di Campobasso per adozione cuccioli abbandonati o cani persi

30/04/2014

“L’amore non si compra, si adotta”. E’ lo slogan che caratterizza “Cucciolandia, cani in cerca di casa”, iniziativa realizzata dalle associazioni animaliste di Campobasso “Oipa”, “Apac” ed “Empa”, per promuovere l’adozione di cuccioli ospitati presso il canile comunale di Santo Stefano.
Gli interessati potranno conoscere i piccoli ospiti del rifugio e trovare le informazioni necessarie, visionare le foto corredate da una breve scheda di presentazione che riporta l’eta’ del cucciolo, schede sanitarie e altri riferimenti utili per l’adozione. All’arrivo nel canile – spiegano i volontari delle associazioni animaliste – a tutti i cuccioli viene applicato il microchip e vengono eseguite le profilassi di rito contro le principali patologie.”Cucciolandia”, inoltre, sara’ uno strumento utile anche per chi ha smarrito il proprio cane visto che proporra’ foto e notizie aggiornate quotidianamente dai volontari delle associazioni.
Per informazioni e per i dettagli sulle adozioni dei cuccioli potrete visitare “Cucciolandia!” all’interno del canile di Santo Stefano di Campobasso oppure visionare le foto dei piccoli sulle seguenti pagine Facebook: “Associazione protezione animali Campobasso Apac” e “Oipa sezione provinciale Campobasso”.


Categorie: News dal Mondo

Chicca, cagnetta abbandonata incinta sull’A12, da alla luce cucciolo nella caserma della Polstrada. Mamma e piccolo stanno bene ma cercano casa

30/04/2014

Lieto fine per Chicca, cagnetta abbandonata tra le auto sfreccianti sull’autostrada A12. La cagnolina, con il suo pancione e ben conscia che il momento del parto si stava avvicinando, ha cercato riparo in una piazzola di sosta dove l’hanno trovata gli agenti della Polstrada che si sono presi cura di lei portandola in caserma dove, poco dopo, è nato un cucciolino. Entrambi sono stati provvisoriamente adottati dal personale della sottosezione polstrada di Viareggio ma cercano una famiglia.
La segnalazione di un cane di piccola taglia abbandonato in autostrada e’ giunta agli agenti ieri mattina intorno alle 11. Una pattuglia e’ immediatamente intervenuta trovando la cagnolina, di razza meticcia, color marrone, senza collare e microchip, nei pressi dell’area di sosta Castagneto sud, mettendola in salvo prima che venisse travolta dalle auto in transito. La cagnetta e’ stata portata presso la sottosezione della Polstrada e rifocillata mentre e’ stato chiamato un veterinario per verificare il suo stato di salute, la visita ha evidenziato l’imminente nascita. Infatti, poco dopo, la cagnetta, che gli agenti hanno chiamato Chicca, ha partorito un piccolissimo cucciolo di colore nero. Chi volesse adottare o prendersi cura di questi due animali, entrambi in buone condizioni, puo’ mettersi in contatto con il Comando della Sottosezione Polstrada di Viareggio chiamando il nr. 0584-52333 o recarsi personalmente presso il predetto Reparto in via Repaci 13 a Viareggio.


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Dietro front per i randagi degli scavi di Pompei: adottati come “cani di quartiere”

30/04/2014

Finita prima di cominciare la”caccia ai cani” negli Scavi di Pompei, si è scelto di affidare il controllo e eventuali cure dei quattrozampe alla Asl, con l’adozione degli animali come ”cani di quartiere”. E’ la decisione che ha assunto il Commissario prefettizio al Comune di Pompei, Aldo Aldi, in risposta alla richiesta del ministro di beni culturali e turismo, Dario Franceschini di ”risolvere il problema dei randagi negli Scavi di Pompei”.
Il commissario Aldi ha disposto che i veterinari della Asl provvedano a censire, visitare, sterilizzare e microchippare i cani che vivono nel sito. Una volta accertato che gli animali non siano pericolosi per i turisti e veicoli di malattie, saranno adottati dal comune e diventeranno “cani di quartiere”.
In tal modo viene applicata la legge della Regione Campania numero 16 del 24 novembre 2001 in materia di ”Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo in materia di randagismo”.
”Premesso che amo gli animali, in particolare i cani, tanto da averne avuti 10 – spiega Aldi – ho, tuttavia, la responsabilita’ di tutelare i turisti che visitano l’area archeologica da eventuali randagi aggressivi e che possono essere veicoli di gravi malattie infettive. Pertanto ho il dovere di applicare tutti i provvedimenti previsti dalla legge in materia di randagismo”. Il provvedimento e’ tuttavia temporaneo, spiega lo stesso Aldi che, dopo le elezioni comunali del 25 maggio, lascera’ il Comune di Pompei. ”Considerando che il mio mandato terminera’ tra poco piu’ di un mese – aggiunge – per adesso applichero’ questo tipo di piano antirandagismo. L’amministrazione che verra’ decidera’ quali provvedimenti alternativi applicare”.
Speriamo che anche il prossimo Commissario abbia testa e cuore!

Foto: lav.it


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Adesso si balla! A Bolsena i corsi di dog dance per danzare a sei zampe

30/04/2014

Vi piacerebbe ballare ma nessuno vuole accompagnarvi al corso di zumba? Niente paura, lui, il vostro quattrozampe è sempre disponibile pur di farvi felici.
A Bolsena, nella Tuscia, arriva la Dog dance, ossia eseguire esercizi di obbedienza a ritmo di musica divertendosi. A maggio, infatti, all’Agri Dog di Bolsena partiranno le lezioni tenute da Fulvia Leoncini (educatore e istruttore cinofilo) e Claudia Tassi, direttrice della scuola di danza Free Dance di Viterbo, che si svolgeranno una volta a settimana, per la durata di un’ora, poi i compiti a casa faranno il resto.
La Dog dance trae origini dall’Obedience, disciplina con regolamento riconosciuto dalla Federazione cinofila internazionale. Due le categorie previste: “Hellwork to music” e “Free style”. In pratica la Dog Dance consiste nell’insegnare al cane alcuni esercizi (tricks) e creare, una volta imparati questi esercizi, una coreografia a tempo di musica. «Tutti gli esercizi – tengono a sottolineare all’Agridog di Bolsena – sono svolti senza il legame del guinzaglio: insegneremo al nostro amico cane che è piacevole e divertente fare qualcosa insieme, liberi. Provate a pensare quanto questo affiatamento può tornare utile nella vita di tutti i giorni». E aggiungono: «Per poter insegnare al cane tutto questo occorre passare del tempo con lui, divertendosi».
Dal 2006 opera in Italia l’associazione Dogdance Italia (www. dogdance. it) creata da Paola Costantino. Un’attività che, secondo la stessa Costantino «porta benefici al cane aumentandone la sua relazione con il partner umano e fovorendone lo sviluppo delle capacità fisiche e mentali». Un vantaggio in più della Dog dance è che si può svolgere anche in giardino e in casa purché tutti gli esercizi e il tempo dedicato all’allenamento siano sempre nel pieno rispetto del benessere del cane.

Info: http: //www. agridog. it – info@agridog. it – mob. 348 0827008


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Droni in volo per salvare i cerbiatti dalle trebbiatrici al lavoro nei campi della Baviera

29/04/2014

Una flotta aerea di piccoli droni decolla in soccorso dei cerbiatti per proteggerli dalle trebbiatrici che tagliano il fieno in primavera. E’ un progetto finanziato con due milioni e mezzo di euro dal ministero dell’Agricoltura tedesco per scongiurare la strage di piccoli cervi causata dalle grandi
macchine agricole che ogni anno fa almeno 100mila vittime tra i cuccioli del cervo. In via sperimentale, in Baviera, sono stati allestiti cinque droni dotati di sensori digitali e infrarossi in
grado di scovare i cerbiatti nell’erba alta (dove vengono nascosti dai cervi adulti per evitare che diventino vittime dei predatori) grazie al calore corporeo e a un programma che riconosce la forma dell’animale e il colore del manto. Quando vengono rintracciati un segnale radio avverte della loro presenzai contadini che possono cosi’ evitare di falciarli. “Il test sta dando ottimi risultati – ha detto il coordinatore del progetto, Rolf Stockum – e potrebbe quindi essere esteso ad altre aree
agricole del Paese”.
Spesso gli agricoltori ispezionano le aree destinate alla mietitura per cercare di salvare i piccoli di cervo. Ma e’ difficile scovare questi animali. “I droni- ha aggiunto Stockum- permetteranno invece di perlustrare aree molto grandi e con grande precisione”. ((DIRE)


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In ricordo di Bak, cane eroe dimenticato, volato via sereno grazie a chi l’ha adottato e amato fino all’ultimo respiro

29/04/2014

Di Bak avevamo parlato lo scorso ottobre per denunciare l’ingratitudine umana verso questo cane  eroe che nella sua carriera di cane antimine e colonnello dell’Esercito non si è mai risparmiato e ha salvato tante vite umane ma ora che era lui ad aver bisogno d’aiuto l’esercito lo aveva affidato al Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie dell’Università di Teramo perché fosse curato dal mieloma degenerativo da cui era affetto. A Bak restava poco da vivere e più dei farmaci per lui era necessario qualcuno che lo circondasse d’amore, quell’amore che ha trovato in Sonia, guardia Zoofila della Lega Nazionale per la Difesa del Cane che sul proprio sito ha pobblicato un toccante ricordo di Bak.
Non mancano esempi stupefacenti di animali che salvano la nostra vita, rischiando sovente la propria, e Bak è uno di loro. Arruolato nell’esercito come cane antimine e mandato in missione in Afghanistan ha compiuto con onore il suo dovere, e il suo impareggiabile fiuto nello scovare ordigni nascosti ha permesso di salvare tante e tante vite umane. Oggi Bak ci ha lasciati, ma il suo sguardo intriso di dolcezza e di voglia di vivere non lo dimenticheremo mai.
Per questo valoroso veterano, con un curriculum che pochi uomini hanno, la vita non è stata generosa, e gli uomini ancor meno. A Bak, infatti, anni fa fu diagnosticata una stenosi lombo-sacrale degenerativa e i suoi “superiori” militari umani, decisero di ricoverarlo, forse pensando di fare il suo bene, in una clinica universitaria dove non fu curato ma abbandonato a se stesso. Collocato in un box angusto nessuno si occupava di lui, a parte gli inservienti che seguendo la routine provvedevano a fornirgli acqua e cibo. Per il resto Bak era diventato un essere invisibile rassegnato al suo dolore, il cui stato giorno dopo giorno peggiorava inevitabilmente fino alla paralisi degli arti posteriori e dunque alla formazione di profonde piaghe sulle zampe.
Solo il destino o meglio la diligenza e l’amore per gli animali di Sonia Amendola, Caponucleo delle Guardie Zoofile della Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Teramo hanno fatto sì che il futuro di Bak subisse una svolta decisiva. Superando tante difficoltà e altrettanti ostacoli, Sonia riuscì a donare una nuova vita a questa creatura, regalandogli una casa e l’amore di una persona stupenda, Antonietta, cittadina pescarese che lo ha adottato e amato fino al suo ultimo respiro.
Ma Bak purtroppo è solo uno dei tanti eroi non umani dimenticati. Loro hanno un cuore che si batte per noi, sempre. Dalle spiagge alle montagne, i cani offrono ogni giorno il proprio contributo e il loro valore alla relazione uomo-animale, nei progetti rivolti al sociale come la pet-therapy, nella ricerca di persone scomparse, affiancando le forze dell’ordine e il volontariato sociale. Insomma, se a volte i proverbi sono ormai quasi solo dei luoghi comuni, quello che dice che “il cane è il migliore amico dell’uomo” rimarrà per sempre pieno di significato.”


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Dopo la morte del proprietario gatto si isola su una balaustra. Recuperato, il micio è stato felicemente adottato

29/04/2014

Da molti giorni un piccolo gatto viveva su di una pensilina al di sotto di un balcone di un condominio di Taranto. Il micio si era rifugiato lì dopo la morte del suo proprietario: pur non fornendo alcun riparo dalle intemperie quella pensilina era diventata la sua oasi. Il caso era noto ai volontari dell’Enpa di Taranto i quali erano fermamente intenzionati a mettere in sicurezza l’animale ma esitavano a procedere perché, al minimo movimento maldestro, il felino rischiava di cadere. Si trattava insomma di una situazione molto pericolosa che richiedeva una strategia attenta e ponderata; una situazione così difficile che gli stessi Vigili del Fuoco erano incerti sul da farsi. Alla fine la soluzione scelta dai volontari è stata quella di sistemare una gabbia-trappola sulla pensilina ed attendere, con molta pazienza, che il gatto vi entrasse. Alla fine, dopo una settimana, il micio si è lasciato soccorrere. Mai decisione fu più avveduta, perché il gattino ha trovato immediatamente una famiglia e “conquistato” la poltrona più comoda della sua nuova casa. 


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Pompei, fallito l'accalappiamento dei “cani” del Parco archeologico. Enpa, Lav e Lega del cane al Ministro Franceschini: restino nell'area

29/04/2014

Sebbene sia fallita la prima missione “cattura randagi” voluta dall’Asl Napoli 3 Sud per accalappiare i cani degli scavi di Pompei (Napoli), divenuti capro espiatorio del degrado dell’area archeologica, non si fermano le proteste di chi di quegli animali si è preso cura finora. Ieri mattina gli operatori incaricati si sono presentati alle 6 davanti agli ingressi del sito archeologico ma non hanno trovato nemmeno uno degli animali sotto accusa. L’informazione in possesso degli accalappiacani era che i cani uscissero dagli scavi nel pomeriggio per rientrare ogni mattina. Il piano, quindi, era quello di bloccare i cani prima che facessero ingresso nel sito archeologico. Ma, non avendo trovato nessuna dei cani segnalati, gli accalappiacani sono tornati alla loro sede con i furgoni vuoti e l’operazione, secondo fonti del Comune di Pompei, è stata rinviata a data da destinarsi. Quanto all’ingresso di cani al seguito dei visitatori, la Soprintendenza stabilisce che è possibile portare un cane di piccola taglia rigorosamente al guinzaglio. Ma la questione resta ancora aperta.
I cani che vivono nel sito archeologico degli scavi di Pompei costituiscono una presenza consueta, da alcuni anni sicura dal punto di vista sanitario, e non sgradita agli stessi visitatori, i quali colgono il richiamo al celebre mosaico della casa di Meleagro, “Cave canem”. E’ quanto scrivono le associazioni Enpa, Lav e Lega del Cane in una lettera-appello con cui chiedono al Ministro dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, di intervenire a sostegno dei cani di Pompei.
«Apprendiamo con sconcerto della disposizione impartita dalla Asl di Pompei avente come finalità l’accalappiamento dei cani presenti nell’area archeologica», si legge nella missiva inviata dalle associazioni animaliste, che proseguono: «sconcerto dovuto anche al fatto che nel 2010 abbiamo promosso, d’intesa con gli allora responsabili dell’Area, il progetto “Cave Canem” che ha permesso di identificare, microchippare, condurre accurati controlli sanitari e sterilizzare i cani presenti nell’area. Molti dei quali, proprio grazie a questa iniziativa, hanno trovato una famiglia.»
Gli animali che invece sono rimasti nell’area degli scavi sono diventati “di casa”, svolgendo anche una preziosa funzione di presidio del territorio, soprattutto nei confronti dell’endemico randagismo locale. Pertanto, allontanare dal parco archeologico i cani di Pompei vorrebbe dire strapparli alle loro radici per condannarli ad un incerto futuro in canile – il che è assolutamente inaccettabile da un punto di vista etico -, ma sarebbe anche una decisione controproducente perché priverebbe gli scavi di una presenza apprezzata dagli stessi turisti e vanificherebbe un progetto che ha ottenuto ottimi risultati, apprezzati in Italia come all’estero. Oltre a comportare un inutile dispendio di risorse pubbliche, spesa di molto superiore ai fondi impiegati nelle positive attività di qualche anno fa, di cui in questo momento il nostro Paese non ha proprio bisogno.


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“Qua la zampa”, 1° Maggio nel verde di Prati di Cottanello (Ri) per un giorno tra cani meticci e di razza a favore di quelli meno fortunati

29/04/2014

Per trascorrere un primo maggio all’insegna dell’amicizia fra uomo e cane, in un clima di festa, in località Prati di Cottanello (Ri), giovedì 1° maggio si svolgerà la 6^ edizione di “Qua la zampa”, la rassegna con gare amatoriali dedicate ai cani meticci e non solo. Testimonial della giornata l’attore Luca Capuano, interprete della fiction “Le tre rose di Eva”. Un giorno speciale per saldare il magico legame fra uomo e cane. La manifestazione è rivolta a tutte le razze, con e senza pedigree. In programma: dalle 8 alle 12 iscrizioni cani e giudizi; alle 12.30 pausa pranzo; alle 15 premiazioni: Best in Show razza, Best in Show meticci, Premio Alias coppia cane meticcio/padrone più somigliante, Premio Attilio premio speciale per cani meticci.
La manifestazione si svolge all’interno della 12^ Festa della Montagna ed è ad ingresso libero. Il ricavato delle iscrizioni alle gare sarà devoluto a una struttura che ospita quattrozampe abbandonati.
Per informazioni: 338 3348959; 348 6023289


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Veterano USA 95enne malato di alzheimer torna a parlare dopo 6 mesi di silenzio grazie al cane della figlia

29/04/2014

Quattro anni fa a Charles Sasser, un 95enne di Alburqurque (Usa),veterano della guerra di Corea, era stato diagnosticato il morbo di Alzheimer e con il passare del tempo la malattia era progredita colpendolo anche nell’uso della parola. Negli ultimi 6 mesi di vita. l’anziano non parlava più fino a quando nella sua esistenza è arrivato Roscoe, il cane della figlia. Tra i due si crea un rapporto speciale e incredibilmente Chales comincia a rivolgere delle frasi di senso compiuto al cane. La donna è stata la prima a rimanere stupefatta, quasi incredula. Con l’aiuto del figlio ha voluto immortalare questi momenti in un video– come riportato da ‘The Telegraph’- che ha ripreso e diffuso il commovente filmato.
“Ha perso quasi del tutto la capacità di parlare. Ma questo è quello che è capita quando è insieme al nostro cane”, questa la frase con cui ha inizio il video, poi seguono le immagini dell’anziano  Charles mentre dialoga con uno scodinzolante Roscoe che gli porta in bocca qualcosa che gli appartiene. Ecco la risposta del veterano: “Oh sì. Hai portato, hai portato qualcosa. Hai portato qualcosa […]. Io mi prenderò cura di te, e tu di me”.
Poi l’uomo gratta e accarezza la pancia al cane. E la figlia scrive questa frase nell’ultima parte del filmato: “Se i tuoi genitori ti possono parlare, per favore ascoltali. Non sai mai quando sarà l’ultima volta che potranno farlo”.
Il video, caricato su ‘Youtube’ giovedi’, e’ stato visto da oltre 600 mila utenti della rete.


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